E’ una conferma del suo talento il secondo posto ottenuto dal giovane avellinese Cristian Russomanno, classe ’91, al concorso Sommelier di Lombardia 2023, tenutosi presso l’Hotel The Westin di Milano. Un percorso, quello di Cristian, partito dall’Irpinia, fatto di passione e creatività per approdare in Lombardia, dove si è affermato, lavorando nei ristoranti più alla moda. Cristian ha perso per un soffio contro il sommelier bergamasco Federico Bovarini. A caratterizzare la prova un test con domande dettagliate sulle bevande più diverse e una serie di degustazioni. E’ Cristian, che oggi è sommelier al Borgia di Milano sulla Guida di Michelin, dove cura con attenzione lista dei vini e abbinamenti, a raccontare le sue emozioni e l’orgoglio per un traguardo che arriva a coronamento di tanti sacrifici:
“E’ stato mio zio Igor, che oggi non c’è più e a cui devo tutto – spiega Cristian – a trasmettermi la curiosità per l’universo delle degustazioni, lo avevo accompagnato ad una serata a san Potito, organizzata dall’Associazione Sommelier ed è scattato qualcosa in me. E’ stata per me una scoperta, mi sembrava che in un calice fossero racchiusi geografia, storia e gastronomia. Da allora ho cominciato a studiare. Nel 2017 ho vinto il premio di miglior sommelier di Avellino, mi sono diplomato con la scuola Alma, ho continuato a perfezionarmi seguendo corsi in inglese sulla sommelieria, per accrescere le mie competenze. Quello della ristorazione è un universo in cui contano competenze e spigliatezza. Ma sono certo oggi che sia la mia strada. Il mio sogno è vincere il titolo italiano. Mi piacerebbe che le persone che sono sempre state al mio fianco, dalla mia ragazza alla mia famiglia fossero orgogliosi di me”
La sua forza è nella capacità di conciliare concretezza e creatività: “Sono una persona che ama l’arte in tutte le sue sfaccettature, dalla musica ai libri, dai concerti ad un calice di buon vino…non solo, cerco un equilibrio vitale con e nella natura, nella vita professionale ho delle idee piuttosto ciniche e realistiche per quanto una parte di me resterà sempre sognatrice. Credo che per avere una carriera di successo non basti la semplice intelligenza (tecnica) cognitiva, bensì essere padroni di una intelligenza emotiva potrebbe apportare un gran punto di forza per ottenere efficienza e produttività con il minimo degli sforzi. Il mio paradigma filosofico è Galimberti…quello pratico è Francesco Panella”.