“In pochi dopo la sua morte si sono ricordati di lui, a partire dal Collegio Costruttori di Avellino. Eppure mio padre ha offerto un contributo decisivo alla crescita della città”. Non nasconde la sua amarezza Renato Di Maria nel ricordare il padre Gerardo, storico imprenditore cittadino. A lui ha voluto dedicare un volume “Mio padre- Storie e dignità”, presentato questa mattina al Circolo della stampa. E ‘l’avvocato civilista Massimo Passaro a spiegare come la storia di Gerardo Di Maria sia strettamente legata a quella città “E’ stato un Ardito partito volontario nel 1935 per la guerra in Abissinia ma capace poi di far rinascere Avellino, da grande costruttore quale è stato”. Antonio Gengaro, consigliere del Comune di Avellino, pone ‘l’accento su un volume che è il tributo di un figlio a un grande padre, “tra le figure che hanno cambiato il volto di Avellino”. Un ricordo che rivive anche nelle parole dell’avvocato Nello Pizza e dello storico Gerardo Troncone.
E’ quindi Renato Di Maria a spiegare come il saggio nasca dalla volontà di restituire a “colui che è stato il primo grande imprenditore cittadino il posto che merita nella storia dell’Irpinia. Poichè in tanti lo hanno dimenticato”. Ad emergere il ritratto di una città laboratorio di idee, contraddistinta da una borghesia operosa ma anche la lungimiranza di un uomo che ha creduto con forza nello sviluppo della città, a partire dal contributo alla realizzazione del nucleo industriale. “Imprenditore, manager, amorevole padre di famiglia – scrive Rino Genovese – precursore dei tempi, antesignano dell’urbanistica sociale, forte con i forti, debole con i deboli. Un uomo dalle passioni esclusive, gli abiti raffinati, le auto, le sigarette dei divi e dal cuore immenso, padre amorevole di tutti i suoi operai ed impiegati, un’umanità coinvolgente, una disponibilità assoluta verso la comunità”. Giuseppe Gargani sottolinea, invece la sua capacità di superare le avversità “Il terremoto del 23 novembre 1980 in Irpinia fu un tormento per Gerardo perchè osservava il territorio sporcato da intromissioni anomale ma egli integro continua sulla sua strada, coerente e consapevole per rendere più moderna la città di Avellino. Le difficoltà continuano perchè la Banca Popolare dell’Irpinia a cui faceva riferimento non teneva conto delle difficoltà delle imprese e di conseguenza non aiutava lo sviluppo del territorio e pretendeva pagamenti esosi e puntuali”