Un omaggio al coraggio di un servitore dello Stato, ai valori che sono alla base della nostra Repubblica, alla dedizione di un uomo alle istituzioni. Lo sottolinea con forza il generale Canio Giuseppe La Gala, Comandante della Legione Carabinieri Campania, in occasione della cerimonia di intitolazione della caserma dei Carabinieri di Monteforte alla memoria di Giuseppe Covino, medaglia d’argento al valore militare, trucidato dalle truppe tedesche mentre combatteva a Napoli, all’indomani dell’armistizio. “L’intitolazione di una caserma dei Carabinieri – prosegue La Gala – è la sintesi del legame profondo tra l’Arma dei Carabinieri e la comunità locale”. Ricorda come i Carabinieri “sono il punto di riferimento delle collettività, presidio vivo e concreto dello Stato sul territorio”. Sottolinea il valore forte della presenza degli studenti, a partire dai ragazzi dell’IC Aurigemma di Monteforte fino agli allievi della scuola Cipolletti, i ragazzi del campo estivo del Comune e gli scout di Monteforte “questa caserma è la vostra casa, i carabinieri hanno un solo compito: aiutarvi a crescere in sicurezza”. Spiega come “Siamo qui per rendere omaggio a un Carabiniere che, 82 anni fa, ha donato la vita per essere fedele alla sua missione. È il simbolo di tanti altri che, allora come oggi, sono pronti a farlo. Rendiamo omaggio alla sua famiglia e siamo chiamati a raccogliere l’eredità morale che ci ha lasciato. Un’eredità che spetta a noi Carabinieri custodire e onorare. Un’eredità che è anche nel legame profondo tra l’Arma e il Comune di Monteforte Irpino”. Chiede ai giovani di rispettare le leggi che garantiscono la convivenza civile ogni giorno “la legalità non può essere un abito della domenica, è un concetto che deve essere introiettato, non può essere imposto dall’alto”. di ricordare “per sempre questa giornata e il nome del Carabiniere Giuseppe Covino. Ieri sarebbe stato il suo compleanno. Avrebbe compiuto 110 anni. Era in licenza, a casa con la moglie e la figlia di due anni. Dopo aver appreso che i suoi colleghi erano in difficoltà nel difendere la città dai tedeschi, non ha avuto dubbi, ha scelto di partire per Napoli per andare ad aiutarli. E con loro ha trovato la morte. Rendiamo omaggio a lui e a tanti Carabinieri che hanno sacrificato la loro vita. Come il Vicebrigadiere Salvo D’Acquisto, che ha scelto di morire per salvare la vita di 22 civili innocenti, il 24 febbraio scorso, Papa Francesco lo ha dichiarato Venerabile”
Un ricordo che si affianca a quello del brigadiere Carlo Le Grottaglie, caduto recentemente. “Anche lui, prossimo alla pensione, non si è tirato indietro: è intervenuto per arrestare dei malviventi e ha perso la vita. Un gesto che gli fa onore e che onora tutta l’Arma”. A sottolineare il legame forte tra Carabinieri e territorio anche il comandante provinciale Domenico Albanese “Il martirio dei Carabinieri a Teverola, rievocato nel suo messaggio anche dal Ministro della Difesa Crosetto, consente di comprendere il contributo dell’Arma durante l’intera guerra di liberazione nazionale. Un contributo di migliaia di uomini, che sottolinea la dedizione istituzionale in un passaggio così delicato della storia d’Italia. Oggi commemoriamo un giovane Carabiniere, la cui storia si intreccia, grazie al suo coraggio, con il destino della nazione”. La storia di un giovane, cresciuto come tanti in una famiglia contadina “Giuseppe Covino era nato a Tuoro di Rocca Bascerana il 29 giugno 1915. Figlio di contadini, contadino egli stesso, si arruola nell’Arma dei Carabinieri e viene assegnato alla Stazione di Napoli-Porto. È lì che presta servizio l’8 settembre 1943, quando, alla notizia dell’armistizio, i militari tedeschi avviano violente rappresaglie contro i militari italiani che, pur in assenza di direttive, daranno vita a una strenua resistenza. Tra questi si distinguono proprio i Carabinieri del suo reparto, impegnati dapprima nella difesa della Caserma Pastrengo e, dall’11 settembre, del Palazzo dei Telefoni: un obiettivo militare strategico per le comunicazioni. Sono giorni difficili. Le truppe tedesche, in ritirata, fanno razzia di viveri e distruggono tutto ciò che potrebbe tornare utile agli alleati dopo lo sbarco: dalle linee ferroviarie ai sistemi postali e radiofonici, dalle caserme ai siti industriali. Quando Covino apprende che i suoi colleghi sono in difficoltà non esita a salire su una corriera e tornare al fianco del suo reparto. Sceglie di onorare il giuramento, sceglie di partecipare. Il 12 settembre, dopo aver assediato la stazione di Napoli Porto, i tedeschi dichiarano i Carabinieri prigionieri di guerra. Li conducono a piedi, con altri detenuti, fino a Fertilia — l’attuale Teverola — nell’Agro Aversano. La mattina del 13 settembre, insieme a due civili, i quattordici Carabinieri vengono giustiziati a colpi di mitragliatrice. I loro documenti vengono bruciati. I tedeschi obbligano alcuni civili a scavare una fossa per seppellirne i corpi. Un episodio che è stato riconosciuto da diversi studiosi come la prima autentica azione della Resistenza italiana”.
Albanese sottolinea come questa cerimonia è “anche l’occasione per celebrare il legame di Giuseppe con la sua terra d’origine: Roccabascerana, che gli ha dato i natali e gli ha intitolato una piazza e Monteforte Irpino, che saprà rendere ancora più vivo e saldo il suo ricordo, onorandone la memoria con il quotidiano impegno dell’Arma. La conferma di questo legame è visibile nella presenza di tantissimi giovani, malgrado le scuole siano chiuse, gli studenti dell’Istituto Comprensivo “Aurigemma”, della Scuola Paritaria “Cipolletti”, i partecipanti al campo estivo comunale, gli scout del gruppo Monteforte I, accompagnati da educatori, insegnanti e genitori. Sono certo, cari ragazzi, che questa giornata sarà per voi, come per noi adulti, una grande lezione di buona cittadinanza”
Ed è un forte applauso a salutare i versi degli studenti dell’IC Aurigemma dedicati a Covino: “Veniva dall’Irpinia, con passo deciso, un giovane uomo, uno sguardo preciso./A Napoli scelse di stare e restare/nei giorni in cui tutto sembrava crollare./Faceva il suo dovere senza rumore,/tra le strade ferite portava valore./Cadde in silenzio, con dignità,/nei giorni più sacri per la libertà./Oggi il suo nome ritorna presente, /vive in questa caserma, tra la sua gente.
Commosso il ricordo di Giuseppe e Francesco Mazzone, i nipoti di Covino, presenti insieme ai pronipoti Federica, Maria Rosaria, Raffaele e Marco che ringraziano “per il grande onore che ci è stato concesso, intitolando la Caserma di Monteforte Irpino a nostro nonno, Giuseppe Covino, Carabiniere, Medaglia d’Argento al Valor Militare. In questo momento così solenne, il pensiero va soprattutto alla memoria di quei familiari ormai scomparsi che lo hanno vissuto e amato: i genitori Gaetano e Cristina, la moglie Teresa, la figlia Maria Rosaria, i fratelli Gennaro, Antonio, Alessandro, Pasquale e le sorelle Maria, Nicolina ed Anna. Sono stati i loro racconti, a volte struggenti, a permettere a noi giovani di conoscere la storia di un carabiniere che ha dedicato la sua breve vita al dovere, con passione e senso di responsabilità, diventando così un esempio per tutti. Questa caserma, oggi a lui intitolata, non è solo un edificio: è un luogo della memoria, un simbolo del suo valore. È il riconoscimento del suo impegno, del suo coraggio, del suo sacrificio e della sua dedizione all’Arma dei Carabinieri”. A concludere la cerimonia lo scoprimento della targa benedetta dal Cappellano Militare, Don Salvatore Varavallo e la deposizione di una corona alla lapide, A partecipare alla cerimonia il comandante dei carabinieri di Monteforte Michele Marcucci, il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Baiano Gianfranco Iannelli, il commissario prefettizio Rosalba Scialla, il presidente della Provincia Rizieri Buonopane, Angela Maria Amatucci in rappresentanza del prefetto Riflesso, il parroco di Monteforte don Fabio Mauriello, il sindaco di Roccabascerana Roberto Del Grosso, presente insieme a numerosi primi cittadini.