Il viaggio di un uomo perduto e ritrovato attraverso la preghiera del rosario. E’ “Nelle tue mani. Bartolo Longo, il Santo del Rosario”, lo speciale a cura di Fausto Della Ceca scritto da Giorgio Brancia, Serena Cirillo, Giacomo Difruscolo, Elide Maltese”Nelle tue mani”, in programma sabato 18 ottobre in prima serata, alle 21.10. su TV2000. Uno speciale che si carica di un valore più forte alla vigilia della cerimonia di canonizzazione, in programma domani in piazza San Pietro. Quarantacinque anni fa, il 26 ottobre del 1980, il rito della beatificazione, presieduto in piazza San Pietro da Giovanni Paolo ii. Dalle ombre oscure dei vicoli napoletani, dove lo spiritismo e la disperazione segnavano i passi di un giovane avvocato, fino alla luce della fede che lo porterà a fondare il Santuario della Madonna del Rosario a Pompei. Dentro una narrazione visiva intensa e contemporanea, il documentario intreccia i momenti più drammatici e luminosi della vita di Longo e della sua carità verso gli ultimi con testimonianze attuali di rinascita: ragazze madri, figli di carcerati, anime abbandonate che trovano speranza. A caratterizzare lo speciale anche il racconto di Antonio Emanuele Piedimonte, giornalista da anni residente in Irpinia che ricostruirà il contesto partenopeo dell’800 dominato da movimenti anticlericali, razionalisti, spiritisti e massonici che, nell’Italia unita, rifiutavano violentemente l’autorità del Papa. . La sua storia diventa così un ponte tra passato e presente, rivelando la forza rivoluzionaria della misericordia che ancora oggi opera nel Santuario che ha donato al mondo e per il quale la Chiesa lo proclamerà santo in questo anno giubilare.
Era il 1863 quando giunse a Napoli per completare gli studi di Giurisprudenza. Influenzato da amici e professori, si avvicinò al mondo dello spiritismo, abbandonando la fede cattolica alla quale era stato educato. Grazie al professor Vincenzo Pepe e al domenicano P. Alberto Radente, si convertì e si dedicò pienamente alla fede cattolica e alla carità. Tramite Santa Caterina Volpicelli conobbe la contessa Marianna Farnararo De Fusco, rimasta vedova in giovane età, con cinque figli. Per curare le sue proprietà, nel 1872 si recò in Valle di Pompei.
Tormentato dal dubbio su come avrebbe potuto salvarsi, a causa delle esperienze passate, una voce interiore gli suggerì che se avesse propagato il Rosario avrebbe ottenuto la salvezza. Comprese, in tal modo, la sua vocazione e si propose di non allontanarsi da Valle di Pompei senza aver diffuso il culto alla Vergine del Rosario.
Cominciò col catechizzare i contadini e iniziò anche a ristrutturare la piccola e fatiscente chiesa parrocchiale del Santissimo Salvatore, mentre l’arrivo presso di essa della prodigiosa immagine della Vergine del Rosario, il 13 novembre 1875, segnò l’inizio di una nuova storia. Il giorno dopo a Bartolo Longo, che aveva in animo di erigere un altare in onore della Madonna del Rosario, il Vescovo di Nola prospettò, invece, di erigere una nuova chiesa parrocchiale. Longo e la contessa accettarono e cominciarono a raccogliere offerte tra i contadini di Valle e gli amici dell’aristocrazia e della borghesia napoletana. In particolare, la De Fusco raccolse l’adesione della signora Anna Maria Lucarelli di Napoli, che s’impegnò a darne anche testimonianza, qualora la nipote Clorinda, in fin di vita, fosse guarita. La ragazza, per intercessione della Vergine del Rosario, guarì il 13 febbraio 1876, lo stesso giorno in cui l’immagine della Madonna venne esposta alla venerazione del popolo pompeiano: il fatto fu ritenuto come il segnale con cui la Vergine mostrava di gradire l’opera iniziata a Valle di Pompei. Da Napoli, ancora, e poi, pian piano, da ogni parte del mondo, giunsero offerte per la costruzione della nuova chiesa, la cui prima pietra fu posta l’8 maggio 1876.
Nel 1877 Bartolo Longo compose e divulgò i “Quindici Sabati”, attraverso i quali «sviluppò l’anima cristologica e contemplativa del Rosario» (cf. Giovanni Paolo II, Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, n. 8). Due anni dopo, guarì lui stesso da una grave malattia grazie alla recita della “novena di impetrazione”, da lui appena composta. Il 14 ottobre 1883, ventimila pellegrini, riuniti a Pompei, recitarono, per la prima volta, la “Supplica alla Vergine del Rosario”, sgorgata dal suo cuore, in risposta all’Enciclica Supremi apostolatus officio (1° settembre 1883) di Leone XIII. Nel 1884 fondò il periodico Il Rosario e la Nuova Pompei.
Intorno al cantiere della nuova chiesa sorgeva intanto una vera e propria città con le case per gli operai, il telegrafo, la stazione ferroviaria, un piccolo ospedale, l’osservatorio meteorologico e quello geodinamico. Nel 1887 fondò l’Orfanotrofio Femminile, la prima delle sue opere di carità a favore dei minori, che successivamente affiderà alla cura delle Suore Domenicane “Figlie del Santo Rosario di Pompei”, da lui fondate nel 1897. Il 5 maggio 1901 fu inaugurata la facciata della Basilica, eretta con il contributo di fedeli di tutto il mondo e dedicata alla Pace Universale.