L’associazione degli agricoltori avellinesi non si ferma, anzi rilancia. Con questo spirito hanno presenziato alla settimana, prolungata dopo il maltempo, di Eurochocolate, ad Avellino. Alcuni trattori, fermi in piazza Libertà, per dire che la marcia non si è fermata. Anzi. Le iniziative sono tutte in cantiere, perché i confronti avuti fino ad ora nelle sedi di governo a Roma non hanno portato a nessun risultato utile.
“Non pretendiamo nulla – dicono gli agricoltori davanti ai loro trattori in piazza Libertà – vogliamo solo essere riconosciuti i nostri diritti”. E i diritti sono il giusto prezzo di costo, e di acquisto nelle mani del produttore, e poi c’è tutto quanto viene chiesto dall’Europa, e poi il Made in Italy. Ci sono tanti capitoli da affrontare in questa vertenza che si annuncia lunga e difficile, ma loro, dicono dal presidio di Avellino, sono decisi a non cedere. Può essere che la percezione sia di un abbassamento del livello di attenzione, ma non è così, assicurano. L’attenzione è sempre molto alta.
Intanto ad Avellino saranno coinvolti anche i più piccoli, i figli che domani potranno ereditare un destino pessimo, se i loro genitori oggi non combattono e il governo italiano ed europeo non consegnano elementi utili a cambiare lo stato delle cose.
E così anche i bambini sfileranno ad Avellino, assieme ad un corteo a piedi per il corso a sostegno degli agricoltori, a cui tutti sono invitati a partecipare, e con una sfilata dei trattori giocattoli e dei “contadini del futuro”: è questa la prossima iniziativa che si svolgerà giovedì 22 febbraio a partire dalle ore 18.
Sarà un altro momento per accendere i riflettori su una questione che riguarda tutti, non solo gli agricoltori. Gli stessi che, in questa settimana di ribalta in concomitanza con Eurochocolate, sono stati avvicinati da tante persone. E a loro hanno spiegato le loro ragioni, si sono parlati, hanno condiviso. La protesta, assicurano, non si ferma. Ed altre iniziative presto saranno organizzate, sempre pacificamente, in accordo con le forze dell’ordine, e senza sigle sindacali né politiche.