La Procura della Repubblica di Avellino, nella persona del Pm Cecilia Annecchino, in relazione alla vicenda giudiziaria riguardante la morte di Giuseppe Tirone ha riformulato il capo d’imputazione da tentato omicidio a omicidio nei confronti del noto pregiudicato Massimo Passariello, difeso dall’Avvocato Vittorio Fucci e dall’Avvocato Domenico Cioffi.
Questo considerevole lasso di tempo trascorso, però, è un evidente indice di articolate riflessioni da parte della magistratura, frutto delle eccezioni avanzate dalla difesa e dai consulenti tecnici della difesa in relazione al nesso causale tra l’evento e la morte. Queste eccezioni ovviamente saranno fatte valere dalla difesa nel processo. Passariello fu arrestato in flagranza perché presumibilmente responsabile di aver cosparso di liquido infiammabile il Tirone e di avergli dato fuoco dopo una lite.
Come si ricorderà il Gip Paolo Cassano, accogliendo le argomentazioni giuridiche dell’Avvocato Vittorio Fucci e dell’Avvocato Domenico Cioffi, non convalidò clamorosamente l’arresto di Passariello, ma successivamente emise un’ autonoma ordinanza cautelare a causa dei gravi indizi di colpevolezza. Il 9 maggio ci sarà l’interrogatorio di garanzia rispetto al nuovo capo d’imputazione.
Il fatto era avvenuto il 16 dicembre scorso via Curielli, quando il cinquantunenne era rimasto vittima di gravi ustioni. Sul posto, mentre il malcapitato era stato trasportato all’ospedale San Pio di Benevento, gli agenti del Commissariato di Polizia di Cervinara accertavano che poco prima aveva avuto una discussione per futili motivi con vicino di casa, già noto alle forze dell’ordine, il quale poi, allontanatosi, faceva ritorno con una bottiglia piena di benzina che repentinamente versava addosso al 51enne dandogli subito dopo fuoco. Nell’immediatezza il 38enne era stato rintracciato e arrestato. L’uomo era deceduto a distanza di alcuni giorni.