Si è tolto la vita in carcere Andrea Napolitano, 40enne di San Paolo Belsito condannato all’ergastolo nel marzo del 2023 per l’omicidio della compagna Ylenia Lombardo. Il corpo carbonizzato della ragazza, originaria di Pago Vallo Lauro, fu ritrovato nel suo appartamento in Via Ferdinando Scala, località di San Paolo Bel Sito, il 5 maggio 2021.
La sentenza dell’ergastolo ad Andrea Napolitano per il brutale femminicidio era stata emessa dai magistrati della Terza Sezione Penale della Corte di Assise di Napoli. L’uomo era detenuto nel carcere napoletano di Poggioreale quando ha deciso di togliersi la vita.
Omicidio aggravato dai futili e abietti motivi, tentata distruzione del cadavere e incendio aggravato, le accuse per cui il trentanovenne è stato condannato dal tribunale della corte di Appello di Napoli. Secondo la ricostruzione eseguita dalla Procura, il 5 maggio 2021 Andrea Napolitano avrebbe ucciso a calci e pugni, anche colpendola mentre si trovava a terra ormai priva di sensi, la ragazza originaria di Pago Vallo Lauro ma trasferitasi a San Paolo Belsito.
La donna è deceduta proprio a causa dell’emorragia celebrale subaracnoidea a destra causata dai calci del suo assassino. Tutto con l’aggravante di aver agito contro una persona che era legata da ragioni affettive allo stessio e per il rifiuto da parte della Lombardo di instaurare una relazione affettiva stabile con lo stesso. Inoltre era accusato anche di aver appiccato un incendio all’interno dell’abitazione dove aveva ucciso la ragazza, per nascondere le tracce dell’omicidio, con l’aggravante di averlo fatto ad un palazzo abitato.Il corpo della giovane mamma non fu completamente carbonizzato solo grazie all’intervento dei vicini di casa, che lo trascinarono all’esterno.
Sulla tragedia è intervenuto il Garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive, Samuele Ciambriello: “Mi colpisce la grande determinazione con cui il detenuto 40enne di Poggioreale si è suicidato a metà mattinata oggi. Era a rischio suicidario da un anno, era seguito e monitorato. Chi cura i malati mentali liberi o persone con sofferenza psichica? Il Dipartimento di Salute Mentale. Bene! Il Dipartimento di Salute Mentale (DSM) è formato da psichiatri, psicologi, infermieri, assistenti sociali, tecnici della riabilitazione psichiatrica, educatori, oss. Dunque per curare la malattia mentale non occorre solo lo psichiatra, motivo per il quale anche in carcere, per curare i malati mentali occorrono queste figure professionali, dunque una U.O.S.D. (Unità Operativa Semplice Dipartimentale di Salute Mentale). Così come esiste un SerD Area Penale, che è uguale ad un SerD esterno, deve esistere una Unità Operativa Semplice Dipartimentale di Salute Mentale in carcere”.