La dimora in cui nacque Pasquale Mancini diventa casa della cultura e della memoria identitaria. Palazzo Mancini sarà inaugurato il 20 aprile, alle 11, alla presenza del sindaco Felice Martone e delle massime autorità civili e religiose. Una nuova sfida per l’amministrazione comunale che ha voluto fortemente fare del palazzo, attraverso una serie di interventi di riqualificazione, il cuore pulsante della comunità. A ricostruire la figura di Mancini sarà il professore Carmine Pinto, ordinario di storia contemporanea e direttore del dipartimento di scienze umanistiche dell’Università di Salerno. “Il centro culturale – spiega il sindaco Felice Martone – accoglie una ricchissima biblioteca di oltre quindicimila volumi e ampie sale dedicate alla figura dell’illustre statista irpino. A rivivere negli spazi della casa della cultura anche la vita quotidiana della comunità di Castel Baronia, a partire dagli attrezzi legati all’artigianato che caratterizzava l’economia del territorio, dalle tintorie ai segacorne. Castel Baronia era nota per la lavorazione artigianale del corno di animali, da cui si ottenevano soprattutto pettini, ma anche fermagli, bottoni, manici di coltello, esportati in tutto il regno delle due Sicilie. Gli artigiani locali commercializzavano i prodotti in altre regioni, utilizzando nei loro viaggi il “Ciaschino”, una lingua convenzionale che solo loro riuscivano a comprendere. Ma Palazzo Mancini ricorda anche altre figure che hanno dato lustro al territorio come Padre Andrea Martino a Carmelo Errico. A donare una sua opera al Palazzo Mancini sarà anche l’artista montellese Rachele Branca con un omaggio alla storia di Castel Baronia”.
E sulla volontà di valorizzare la figura di Mancini “Vogliamo partire da questo edificio che accoglierà la casa della cultura per costruire intorno ad essa un ricco programma per far conoscere la figura dell’illustre statista irpino. Mi piacerebbe, ad esempio, accogliere una summer school, in collaborazione con le università campane, dedicata al diritto internazionale nel segno di Mancini così da approfondire la lezione dello statista irpino e promuovere il nostro borgo”