La schiarita nel cielo del Partito Democratico campano è durata il tempo di un paio di Feste dell’Unità. L’annuncio del commissario Antonio Misiani sull’imminenza di un congresso regionale aveva fatto pensare a una svolta definitiva nei rapporti tra l’area Schlein e il presidente Vincenzo De Luca.
I conti però, erano ben diversi e, al momento, non conciliano tra di loro. In una riunione tra Misiani e i segretari provinciali si è cercata la mediazione sulla data del congresso. La corrente legata alla segretaria vorrebbe congelare tutto e riparlarne dopo le Europee mentre i deluchiani spingono per una convocazione nei primi mesi del prossimo anno.
Qualsiasi discorso, alla fine della riunione, è stato rimandato a data da destinarsi, con le distanze tra le parti che si allungano notevolmente. La partita, a prima vista di mera burocrazia, è vitale per gli equilibri – vecchi e nuovi – dei dem campani. Attendere i risultati delle consultazioni per il rinnovo del Parlamento europeo permetterebbe al Nazareno di sondare la reale portata del’influenza dell’inquilino di Palazzo Santa Lucia in Campania. Mentre per l’ex sindaco di Salerno attendere troppo potrebbe essere fatale in chiave terzo mandato. E un eventuale risultato positivo del Pd alle europee potrebbe, paradossalmente, minare il cammino di De Luca verso la volontà di rielezione in Regione.
Nel braccio di ferro sarà di importanza strategica la manifestazione indetta a Roma l’11 novembre, che vedrà in piazza tutti i dem italiani. Se non dovesse arrivare l’accordo sul congresso, il rischio di non vedere la costola dem campana al corteo è alto.