“E’ come la prima volta. C’è sempre voglia di competere, di fare bene, di proseguire un percorso che dura da dieci anni, c’è la volontà di continuare a stare al fianco delle comunità e degli amministratori. Nel bene e nel male credo di essere stato una presenza costante sul territorio”. Maurizio Petracca inaugura il comitato elettorale a Piazza Libertà. E’ il debutto in campagna elettorale, da consigliere regionale uscente, per cinque anni presidente della Commissione regionale agricoltura e risorse statali e comunitarie per lo sviluppo. Un inizio problematico.
Perché nonostante Petracca sia il maggiore azionista del Pd irpino, la sua linea non è passata: avrebbe voluto una lista diversa. “Pensiamo alla campagna elettorale”, commenta, ma poi aggiunge: “Se non ci fossero stati problemi non sarebbe stato il Pd. Sarebbe stato uno scoop. La direzione provinciale del Pd – spiega – aveva deliberato una prima ipotesi di lista, poi rivista dalla direzione regionale. Ma la candidatura di Tonia Caruso (consigliera comunale di Avella ndr) era stata votata dalla maggioranza del Pd. E la scelta di Caruso e Stefania Di Cicilia (altra candidata che sarebbe piaciuta a Petracca ndr) aveva una logica: dare una rappresentanza rispettivamente alle zone del Mandamento e della Valle Ufita-Alta Irpinia”.
Ma nel Pd c’è stato chi ha obiettato che la rappresentatività delle due candidate in pectore non era sufficiente a coprire realmente il territorio e ad assecondare tutte le aree del partito.

Per Petracca, la questione non è tanto la presenza nella compagine elettorale di Laura Cervinaro e di Anna Nazzaro (consigliera comunale di Atripalda ndr), richiesta avanzata da una parte del Pd, dall’area Schlein e da un pezzo di partito che non sta, così pare, con Petracca: il presidente della Provincia Rino Buonopane, Enzo De Luca, Rosetta D’Amelio. “A qualcuno, a chi ha sostenuto che c’era bisogno di una candidatura in città, – afferma Petracca – sfugge che io sono di Avellino. Anche se di madre santangiolese. Vivo ad Avellino da 57 anni. Non sono di Bergamo. Comunque non mi lascio condizionare dai giochi di palazzo: sono un uomo libero”.
Insomma, per Petracca il candidato per la città era Petracca. E invece c’è in lista anche Antonio Gengaro.
Lo sbarbo politico però non l’ha commesso il segretario regionale del Pd, il deputato figlio del governatore Vincenzo De Luca, Piero De Luca: “Ha gestito le difficoltà, in una condizione problematica, ricevendo forti sollecitazioni”, ammette Petracca: “Credo che le notizie che arrivano da Avellino a Roma – incalza – non raccontino ciò che accade a livello locale”.

Petracca ovviamente non lo dice: ma è chiaro che lo scontro nel partito è aperto e la resa dei conti è rimandata al giorno dopo le elezioni del 23 e 24 novembre. Intanto all’incontro intervengono Di Cicilia e Caruso: entrambe deluse perché, osservano, la formazione della lista è stata una decisione di palazzo calata dall’alto senza confronto con i circoli locali, con gli iscritti. Assicurano che saranno in campo, come se fossero candidate.
All’appuntamento nella sede di Piazza Libertà ci sono alcuni amministratori e una parte del Pd irpino: il segretario provinciale Nello Pizza, e gli altri componenti della segreteria, Enza Ambrosone, Vanni Chieffo, Nicola Giordano, Luca Cipriano, Ettore Iacovacci, il presidente del Pd, Gerardo Capodilupo, i vice segretari dem, Adriana Guerriero e Vittorio Ciarcia. E ancora, tra gli altri, Caterina Lengua, ex sindaco di Cervinara, e Pasquale Pisano, sindaco di San Martino Valle Caudina, il sindaco di Aiello, Sebastiano Gaeta.
Ora non è tempo di polemiche. L’avversario è il centrodestra. Petracca attacca: “I candidati irpini più in vista della coalizione avversaria sono persone che hanno militato nel centrosinistra. Sono entrato nel Pd nel 2019, loro c’erano prima di me, ma non votavano mai Pd tranne che quando erano candidati con il Pd. Sono stato il fautore della liberazione del Pd. Se qualcuno immagina di tornare indietro si sbaglia”.





