Il problema più bello del mondo: avere troppi soldi da spendere. E’ la situazione del Piano di Zona Sociale A04, di cui Avellino è capofila. In attesa che venga nominato il nuovo presidente del consiglio di amministrazione, ruolo vacante da un paio di mesi, ne abbiamo parlato con il direttore, Rodolfo De Rosa: “Mi sono insediato nel 2024 e ho ereditato una situazione di stallo che si protraeva da 4 anni. Ora siamo ripartiti e abbiamo a disposizione anche i fondi che non erano stati spesi in questi anni. Abbiamo approvato il fabbisogno del personale e a breve (le ultime prove orali ci saranno tra qualche giorno) avremo finalmente una pianta organica completa, con 38 dipendenti, e anche una sede nuova”. La sede dovrebbe essere quella di rione Parco: l’ex comando dei vigili urbani che è stato ristrutturato.
Il direttore De Rosa lo incontriamo a Palazzo di Città, negli uffici del secondo piano riservati all’azienda consortile (un ambito che abbraccia, oltre al capoluogo, altri 15 Comuni dell’Hinterland e della Valle Caudina, da Tufo a Cervinara).
Quante risorse avete a disposizione?
“Il Piano di Zona Sociale A04 viene finanziato con fondi pubblici per circa 5 milioni di euro l’anno. Si tratta di risorse che provengono da varie fonti: c’è il fondo nazionale politiche sociali; il fondo sociale regionale; il fondo per la povertà del Ministero del Lavoro; i fondi del Pnrr (almeno fino al 2026); e poi i fondi dei 16 Comuni dell’Ambito che devono versare 7 euro per abitante”. Tutti questi fondi confluiscono nel Piano sociale della Regione che a sua volta li eroga ai singoli Piani di Zona. “Attualmente – spiega De Rosa – il Piano di Zona di Avellino è fermo alla programmazione triennale 2022-2024, con la Regione che ha stanziato solo le prime due annualità. Io mi sono insediato a gennaio 2024, e in un anno ho approvato tre Piani di Zona: 2021, 2022 e 2023. Ora stiamo spendendo i fondi del 2022, e questo vuol dire che abbiamo una buona riserva. Una situazione florida grazie alla quale ho fatto partire tutti i servizi previsti da catalogo: come, per esempio, l’educativa domiciliare, o come il Centro per la Famiglia, che inaugureremo la settimana prossima qui al secondo piano del Municipio di Avellino: ci sarà una stanza per i cosiddetti ‘spazi neutri’ e una stanza per il supporto psicologico e la mediazione familiare. Presto però ci trasferiremo nella nuova sede di Rione Parco e lì avremo spazi ancora più ampi e adeguati”.
Altri progetti attivati o in corso di attivazione?
“Siamo risultati vincitori del progetto ‘Integra’ dedicato ai senza fissa dimora, che ha finanziato solo 5 Ambiti in Campania e noi siamo arrivati secondi. I senza fissa dimora sono 41 solo ad Avellino, e 61 in tutto l’Ambito. Per loro realizzeremo un intervento di ‘co-housing’ all’interno della ex biblioteca di San Tommaso. Il progetto già è pronto e tocca ora al Comune di Avellino assegnare i lavori. Nel frattempo, in accordo con il Ministero partiremo con attività intermedie utilizzando le cosiddette Dimore-Ponte”.
Progetti futuri?
“Realizzeremo tre Centri Diurni per Minori, un servizio molto richiesto dai sindaci dell’Ambito, rivolto ai minori segnalati dal tribunale o dal sevizio sociale professionale: li prendiamo direttamente all’uscita di scuola e li portiamo al Centro per studiare, fare laboratori, scuola di teatro e anche sport. Li apriremo a Cervinara, ad Altavilla e ad Avellino. Nei primi due casi abbiamo già individuato le strutture idonee, concesse dai Comuni, mentre qui ad Avellino abbiamo qualche difficoltà a trovarne di disponibili. La struttura di Altavilla, molto bella, nuova, su due piani, con ascensori e spazi esterni, è talmente grande che ci realizzeremo anche un altro centro per la famiglia: sarà una Cittadella del Sociale”.