di Monia Gaita
“Alle origini della questione meridionale” di Paolo Saggese, uscito per i tipi di Terebinto Edizioni, affronta alcuni degli scabri temi che presiedettero alla definizione dello Stato Unitario nel fulgido alveo di pensiero e nel magistero educativo di Francesco de Sanctis. Il 28 agosto alle ore 18:00 nello spazio antistante alla libreria Mondadori di Avellino, ne parleranno con l’autore Gianni Festa, direttore de Il Quotidiano del Sud, Francesco Barra, professore di Storia Moderna all’Università di Salerno, e Monia Gaita. Pasquale Villari, Giustino Fortunato e Guido Dorso si propongono di scandagliare gli ingranaggi eterogenei e inceppati che nell’arco del Risorgimento implementarono un differente e sperequato secernere di diritti e di sviluppo fra il Nord e il Sud. Paolo Saggese, dirigente scolastico, direttore scientifico del Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud, in un percorso equidistante sia dal resoconto cronachistico sia da aloni di faziosità municipale, cerca di analizzare con rigore e aderenza al vero, quei fattori di destabilizzazione e disuguaglianza che impedirono il pieno cammino emancipativo del nostro Mezzogiorno. Riflessioni che con sagacia, chiarezza espositiva e nobiltà lessicale, lo scrittore va ad ormeggiare saldamente alla difesa del metodo democratico e a una prospettiva di rinnovamento politico, istituzionale e sociale incisivo e responsabile. Un’indagine con ricchi addentellati nella cultura coeva, volta a sottolineare lo zelante impegno, incalzato da una volontà di ricostruzione e strenua resistenza, di tanti studiosi della nostra terra. Un dialogo a più voci e a più echi riaffioranti dal passato al presente contro l’analfabetismo, il clientelismo, le strutture fatiscenti, la montante e diffusa penuria di lavoro, l’esercito degli emigranti che in silenzioso esodo, desertìfica e angustia le nostre regioni. Il libro reca l’introduzione di Rosa D’Amelio, presidente del Consiglio Regionale della Campania, la prefazione di Luigi Fiorentino, presidente del Centro di Ricerca Guido Dorso, e di Francesco Barra; la postfazione è di Gerardo Bianco, presidente nazionale dell’ANIMI(Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d’Italia). Un’opera il cui lascito non attinge forza fuori dal tempo e dal divenire storico, ma la abita e la nutre, con un supplemento di coraggio consapevole, per superare la giuntura critica di un’Italia a due velocità e conseguire il bene di tutti.