Lavora in continuità con l’amministrazione del governatore Vincenzo De Luca. Ecco perché la lista si chiama A testa alta. “Ho sentito qualcuno dire di voltare pagina, noi rispondiamo invece che bisogna mandare avanti l’operato del governo regionale”, conferma Lucia Fortini, assessore regionale alle politiche sociali e giovanili e alla scuola, questa mattina al circolo della stampa.
“So bene che – ammette Fortini all’appuntamento per la presentazione della lista – la Campania ha ancora una serie di problemi ma è vero che ha cambiato volto: dopo 10 anni l’immagine della Campania è molto diversa. Questo risultato lo rivendico, ci metto la faccia”. Fortini è candidata a Napoli e in Irpinia, dove al suo fianco ci sono Antonello Cerrato, Pino Rosato e Ilaria Di Gaeta.
Per le aree interne il bilancio di Fortini non può che essere positivo. Ad esempio il dimensionamento scolastico “non ha toccato le aree interne, ma Napoli e Caserta. E’ successo l’anno scorso, quando non sapevo che mi sarei candidata in questa provincia”. Il segno di un impegno sincero e disinteressato per l’Irpinia. Non solo. Il governo aveva pure sbagliato: “Abbiamo vinto il ricorso al Tar contro il Ministero che vuole tagliare 23 autonomie. C’era un errore di 25 mila studenti”, spiega.
La questione sanitaria è stata al centro dell’impegno di De Luca. Cerrato, medico e manager sanitario, punta adesso sulla medicina territoriale, sulla telemedicina, sulle case di comunità e sul rafforzamento degli ospedali. E comunque “un grandissimo lavoro infrastrutturale è stato già fatto dal governatore”. Lavoro da completare. Pe tale ragione “servono competenze da parte di chi si candida, non solo di tecnici esterni. Candidati che siano tecnici possano fornire un apporto migliore alla nuova sanità che si sta affacciando sul nostro territorio: è fondamentale. Non sto dicendo – chiarisce – che i rappresentanti uscenti non hanno fatto un buon lavoro ma dico che De Luca ha preso la sanità campana, dieci anni fa, dalle sabbie mobili e l’ha ricostruita e ha aggiustato i bilanci, che oggi sono tra i migliori d’Italia. Nonostante questo non usciamo dal piano di rientro”. La colpa non è di De Luca, s’intende.
Parla anche della questione idrica, Cerrato, che da consigliere comunale di Montoro è presidente di una commissione che si occupa dell’inquinamento da tetracloroetilene della falda: “Ci vogliono comunque nuovi approvvigionamenti idrici: ci sono tanti pozzi dismessi che possono essere riattivati. Nello stesso tempo dovremmo lavorare sia per il potenziamento della centrale di Cassano che per aggiustare la rete idrica che sappiamo essere un colabrodo. Serve la massima professionalità tecnica all’Alto Calore”.
Per Di Gaeta, candidata e consigliere comunale di Mercogliano, “De Luca ha fatto quello che doveva. Noi siamo in campo per proseguirne l’operato per l’ambiente, per l’acqua, che va difesa contro il rischio di privatizzazione, e per la cultura. Dobbiamo investire in particolare sulla restanza, per dare la possibilità ai giovani di restare piacevolmente in Irpinia”.
E infine Rosato affronta la questione dello sviluppo delle aree interne: “Non possono considerarsi solo un territorio per una passeggiata e una uscita fuori porta, hanno bisogno di vita, di investimenti, di essere concepite come motore della crescita, luoghi in cui si possa vivere bene perché ci sono servizi, in modo da poter invertire il trend dello spopolamento. Abbiamo perso già tanti giovani, che sono la nostra principale risorsa”.
E sul lavoro di De Luca per la sanità: “La Campania era fallita. In dieci anni il presidente ha cambiato le cose: la nostra regione, non senza sacrifici, è uscita dal piano di rientro. Il governatore ha alzato la voce contro il governo e contro la burocrazia. Oggi vediamo finalmente la luce. Uscire dal piano di rientro significa avere di nuovo autonomia gestionale ed economica, ricominciare a progettare”.



