“Ecco la mia destra, quella vera”: l’avvocato Massimo Passaro, portavoce de ‘I Cittadini in Movimento’ riflette sull’offerta politica che si propone in queste ore agli avellinesi in vista delle elezioni regionali del 23 e 24 novembre prossimi. “La mia destra, o meglio, il mio centrodestra, è quello del 1994. Quello dei circoli di Forza Italia nati dall’entusiasmo dei cittadini, di uomini e donne che decisero di impegnarsi per cambiare davvero questo Paese. E’ la destra di Alleanza Nazionale, che visse la svolta di Fiuggi; quella del Cdu di Rocco Buttiglione e Clemente Mastella, e del Ccd di Pier Ferdinando Casini — i pilastri di quel centro politico che scelse la via del rinnovamento, restando fedele ai propri valori e ai propri territori, senza piegarsi a convenienze o opportunismi”.
ALLEANZA NAZIONALE NON C’E’ PIU’, MA LA BASE VERA E’ RIMASTA SUI TERRITORI
“E mentre molti leader, negli anni, si sono riciclati anche a sinistra, la base — quella vera, quella che credeva e crede nei valori del centrodestra — è rimasta sui territori, coerente, fedele, subendo spesso mortificazioni politiche e personali pur di non rinnegare la propria identità. E’ la destra di chi ha sofferto, di chi ha pagato un prezzo politico per la coerenza, di chi non ha mai usufruito di scorciatoie, di chi ha creduto nella libertà, nel merito, nella forza delle idee. Di chi ha sempre messo il territorio e la comunità davanti a tutto, anche sapendo di perdere”.
LO SPAESAMENTO DEGLI ELETTORI DI CENTRODESTRA
“Abbiamo fatto gazebo, raccolte di firme, manifestazioni, spiegando che la nostra era una destra moderna, europea, capace di guardare al futuro. E oggi, dopo trent’anni, ci ritroviamo ancora una volta a un bivio. Ma questa volta è un bivio che ha il sapore della mortificazione: la mortificazione dei sacrifici, della fedeltà, della dignità politica. Parlo da elettore, da uomo di centrodestra. E confesso di essere spaesato”.
I FONDI DEL POST-TERREMOTO: UNA GRANDE OCCASIONE SPRECATA DA UNA POLITICA MIOPE
“Non so che cosa farò il 23 novembre. So soltanto che sarò in piazza, come ogni anno, a ricordare le vittime del terremoto del 1980. Lo farò per i defunti, ma anche e soprattutto per i giovani, che non conoscono la portata di quella tragedia e che ignorano quanto essa abbia cambiato il volto di Avellino. Quel terremoto avrebbe potuto essere l’occasione per rinascere. Invece la politica, incapace e miope, ha sprecato quella possibilità. Sono arrivati fondi enormi, ma sono stati gestiti male”.
AVELLINO HA PERSO LA BANCA D’ITALIA, LA FERROVIA, L’IDENTITA’
“Avellino è diventata una città vecchia, stanca, governata da logiche di potere e non da una visione di sviluppo. Abbiamo perso la Banca d’Italia, la ferrovia, l’identità di capoluogo. Le scuole cadono a pezzi, le case popolari sono fatiscenti, i giovani scappano. E chi resta, vive in un luogo che sopravvive solo sulla carta, non più nel cuore delle persone”.
LA DESTRA NON E’ OPPORTUNISMO
“Quella che doveva essere la destra del riscatto si è trasformata, oggi, in una gabbia dorata, dove siedono e ruggiscono i leoni del centrosinistra, pronti a spiegarci dai palchi quali siano i valori della destra. Ma quei valori non li conoscono. Non li hanno mai conosciuti. Perché la destra vera è sacrificio, sofferenza, coerenza, non opportunismo. E’ l’orgoglio di chi ha perso restando fedele a un’idea, non di chi cambia bandiera per una poltrona”.
APPELLO ALLE CLASSI DIRIGENTI E AI MILITANTI DEL CENTRODESTRA: RIBELLATEVI
“Anche queste regionali passeranno. Tutto passerà. E allora, una volta per tutte, ancora una volta il mio appello: alle classi dirigenti del centrodestra, ai militanti, ai veri uomini e donne che hanno creduto e continuano a credere in un’idea di libertà, chiedo di ribellarsi. Di non diventare gli scendiletto di questa nuova destra che, in realtà, guarda a sinistra. Di non piegarsi agli opportunisti che oggi sono saliti sul carro del vincitore e che di quel carro si sono appropriati”.
IL TEMPO DELLA PAZIENZA E’ FINITO: LA VERA DESTRA LOTTA ANCHE QUANDO SA DI PERDERE
“Un carro su cui noi siamo saliti quando i partiti valevano il 3 o il 4%, quando Fratelli d’Italia in questa città prendeva appena l’1% alle comunali, eppure noi c’eravamo, con la stessa passione e la stessa lealtà. Allora loro erano altrove, sul carro del potere, quello comodo del 30 o 40%, dove si vinceva senza fatica. Oggi invece eccoli qui, a spiegarci che cosa sia la destra. Mi dispiace, ma il tempo della pazienza è finito. Dopo le elezioni, queste classi dirigenti abbiano il coraggio o di lottare, o di lasciare. Con una chiara presa di posizione contro chi ha compiuto scelte improvvide, contro chi ha umiliato la nostra storia, contro chi ha barattato i valori con i voti. Perché la vera destra non si vende, non si piega, non si traveste. La vera destra lotta, anche quando sa di perdere, perché la dignità non si misura nei numeri, ma nella coerenza delle idee”.



