Il discorso sulle potenzialità di questa provincia è un argomento che si affronta, ormai da tempo, ma sembra rimasto sempre al punto di partenza. Lo chiediamo ad Antonio Gengaro, candidato nella lista del centrosinistra, con Roberto Fico presidente, alle prossime elezioni regionali: “Di questo dovrebbe rispondere la classe dirigente uscente alla Regione. Noi – risponde Gengaro – siamo quelli che si candidano a fare cose nuove. Ci vuole tempo perché questa provincia risorga ma la precondizione è che noi siamo in grado di essere classe dirigente coesa”.
E si dice d’accordo con le idee di Fico, che vuole destinare un assessorato alle aree interne, una volta eletto a palazzo Santa Lucia. “Bene così, ma sarebbe ancora meglio ina politica capace di riequilibrio degli investimenti tra fascia costiera e quella interna. In regione noi siamo cerniera fondamentale per la tenuta sociale del territorio”. Il trasporto pubblico: per Gengaro, Air dovrà “investire solo sulle tratte più remunerative ma fare qualcosa in più per le aree interne. Non è accettabile, e lo dico da ex pendolare, che le persone ci mettano ore per tornare a casa dall’alta Irpinia o in altre zone della provincia”. Anche i collegamenti tra lo stesso capoluogo, Avellino, e la valle Ufita “vero centro di eccellenza del futuro dell’Irpinia, se pensiamo al polo logistico, vanno rivisti: va potenziato il polo industriale, anche quello in montagna che è stato una scommessa tra luci ed ombre”. Una “governance per lo sviluppo tra Comuni, imprenditori, sindacati. Un lavoro virtuoso – ribadisce Gengaro – di concertazione che può far nascere occasioni per il territorio”.
Si sofferma anche sulla “sanità fondamentale, se non diamo assistenza nessuno resterà qui. E nessuno verrà. Abbiamo due ospedali, ad Avellino ed Ariano, e attorno ad essi bisogna creare una rete territoriale di assistenza”. Un livello di qualità della vita che, in questa provincia, deve migliorare. E se non si mette mano a risolvere la crisi idrica è difficile che si potrà raggiungere questo obiettivo. “Abbiamo un bacino imbrifero tra i più importanti d’Europa – risponde – ma non abbiamo acqua per le condotte idriche obsolete, perché non si è investito per ammodernare le reti. Abbiamo, però, un modello virtuoso da imitare, Acquedotto Pugliese. Che prende acqua da noi e gestisce in maniera egregia il settore acquedotti. Tanti errori sono stati fatti nel passato, se vogliamo che l’acqua resti pubblica dobbiamo essere in grado di guardare a quel modello”.
Una governance comune “potrebbe assorbire i milioni di debiti che Alto Calore ha contratto negli anni”. Intanto, ribadisce Antonio Gengaro,”c’è una seria possibilità che, un settore strategico come questo, vada in mano ai privati. Che io non demonizzo ma che, però, hanno come primo obiettivo il profitto. E alla fine chi paga sarà sempre il consumatore. Ed è questo che bisogna evitare perché non è giusto”. Con gli uomini giusti ai quali non si guardi più “per appartenenza politica ma con manager di grandi qualità”.
Mancano pochi giorni alla fine della campagna elettorale, che si chiuderà venerdì prossimo, ed il Pd “la sta conducendo – aggiunge il candidato dem – tenendo alto il valore di un ideale, per dire che noi siamo diversi dagli altri e dobbiamo fare politica tenendo alta la dimensione etica di chi ha valori etici, ideali, regole da rispettare e statuti. Io non sono uomo di tessere o di apparato – conclude – ma cerco di contribuire con le idee, fare proposte. Perché è molto meglio una idea che una tessera in più”.



