Per il Pd la strada verso le regionali è in salita. A causa delle inchieste giudiziarie che coinvolgono esponenti dem a Prato, a Milano, a Pesaro. Per Giuseppe Conte, leader del M5s, invece la strada è in discesa, è una occasione per ribadire il comportamento eticamente indiscutibile dei 5stelle.
E’ su questo principio che mette in discussione la candidatura di Matteo Ricci, europarlamentare dem e candidato alle Regionali di settembre, coinvolto nell’inchiesta a Pesaro.
Ma alimentare le fibrillazione dei partiti nel Campo largo c’è anche il caso della Campania. Il presidente di Regione uscente Vincenzo De Luca, che non è più ricandidabile e che in un primo momento, dopo aver detto no in tutti i modi ai 5stelle, sembrava disposto a dare il via libera all’alleanza, ha iniziato a dirsi di nuovo contrario ad un accordo, in particolare sulla scelta di Roberto Fico, esponente dei 5 stelle, come possibile candidato del centrosinistra.
Ma De Luca che cosa vuole? Un piazzamento di favore per i suoi in caso di vittoria nel futuro governo regionale? Ipotecare deleghe di peso per l’assessore alle politiche sociali Lucia Fortini e per il numero due di Santa Lucia, Fulvio Bonavitacola, attuale assessore all’ambiente? Deleghe per sanità e trasporti, ad esempio? Qualcosa in più? Qualche extra anche fuori dal circuito del potere regionale? Ad esempio nel Pd nazionale. Un posto blindato nel listino pd per le politiche del Pd per Piero De Luca? Si vedrà.
Intanto il potere di contrattazione di De Luca è notevole, ma anche la responsabilità è tanta: rischia di far perdere le elezioni al centrosinistra regionale della Campania. De Luca non può, forse non vuole, arrivare a tanto.
Comunque è rassicurante che all’appuntamento con gli studenti a Paestum ci fosse anche Piero De Luca, deputato Pd, insieme a Elly Schlein, Michele Gubitosa deputato del M5s, Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana e deputato di Avs. Per De Luca la rottura del Campo del largo è una eventualità da scongiurare.
La segretaria nazionale del Pd Schlein continua a dirsi testardamente unitaria unitaria e insiste che sono stati fatti passi in avanti. Il governatore non può rompere.