“Aprire un dibattito all’interno della Chiesa, senza partire da soluzioni preconfenzionate”. A sottolinearlo don Vitaliano Della Sala, vicedirettore della Caritas, a margine del confronto sul tema delle adozioni a coppie gay. Una battaglia portata avanti da “Rivoluzione Familiare”, la campagna promossa dall’associazione irpina “Apple Pie: l’amore merita LGBT+”, presso il Circolo della stampa. Una sfida nata ad Avellino nel 2021 e che, per la prima volta a livello nazionale, si pone come obiettivo concreto quello di spingere alla modifica della Legge 184/1983, così da estendere la possibilità di adottare anche alle coppie unite civilmente e alle persone single.
“La speranza – spiega don Vitaliano – è quella di poter arrivare a una soluzione senza aspettare altri 20 anni, quelli che ci sono voluti perchè la Chiesa approvasse le benezioni alle coppie gay. Se è vero che c’è una parte della Chiesa favorevole ai cambiamenti, una parte che coincide con il vertice, è anche vero che viene osteggiata dall’ala più conservatrice, che si chiude a riccio e non ha voglia di confrontarsi. Penso alle polemiche suscitate dal mio presepe, definito blasfemo. In realtà, volevo solo porre l’accento sulla realtà di oggi, ribadendo come la Santa famiglia non possa più essere unica, come esistano tante famiglie possibili. Non si può continuare lungo una certa strada solo perchè si è sempre fatto così. Non possiamo non tenere conto dei cambiamenti”.
“Crediamo – spiega l’avvocato Miguel Coraggio – nella capacità genitoriale di single e coppie gay. Nel resto d’Europa si registra una forte apertura a questo tipo di famiglie, un’apertura che manca totalmente in Italia. Del resto, studi di psicologi e psichiatri hanno dimostrato che crescere con dei genitori gay non ha nessun impatto negativo sull’evoluzione di ragazzi e ragazze. Noi siamo pronti a batterci in qualsiasi sede, stiamo valutando anche la possibilità di azioni giudiziarie, portando in Tribunale singole storie. Ma l’obiettivo primario resta quello di modificare la legge sull’adozione così da estenderla alle coppie gay”
Natascia Maesi, presidente Arcigay, parla di una battaglia di civiltà “Le famiglie sono fondate su amore, senso di respnsabilità e cura, non capiamo per quale motivo single e persone dello stesso genere siano reputate inadatte a occuparsene. Oggi più che mai, inoltre, dobbiamo fare i conti con venti pericolosi che spirano sul fronte dei diritti, basti pensare a decisioni come quella della procura di Padova di impugnare certificati di nascita di bambini nati da coppie gay. Di fronte a simili azioni, siamo scesi in piazza per chiedere il riconoscimento della validità di nuclei familiari diversi da quello tradizionale o di famiglie queer non basate su legami di sangue. Ecco perchè l’estensione della legge sull’adozione ad altre famiglie è un orizzonte importante per tutto il movimento”. Si sofferma sui pericoli che arrivano da chi governa “La destra al governo vorrebbe una democrazia basata su valori come patria, famiglia e Dio, mentre noi crediamo che il paese debba essere fondato su diritti fondamentali come libertà, autodeterminazione e equità. Ci preccupa, inoltre, come agisce perchè non approva leggi palesemente antidiscriminatorie come in Ungheria e Polonia ma piuttosto cerca di vuotare leggi già esistenti. Penso alla legge su aborto, la 194, a cui diventa sempre più difficile accedere, così come mancano una legge contro le discriminazioni legate all’orientamento di genere, come in tanti paesi europei o una legge sull’educazione all’affettività, necessaria per combattere ogni forma di aggressività o violenza”. Maesi rbadisce la volontà di portare avanti la mobilitazione “dialogando con i parlamentari, facendo pressione su di loro per promuovere richieste di leggi di iniziativa popolare. Stiamo cercando di favorire innanzitutto un cambiamento culturale. Cambiare l’opinione pubblica è fondamentale, se non cambia la mentalità non possiamo fare in modo che le leggi siano rispettate e siamo pronti a scendere in piazza come abbiamo fatto con i pride”
A portare la propria testimoniana anche Giuseppina La Delfa, storica attivista per i diritti lgbtq. “I gay sono cittadini come gli altri, la battaglia per le adozioni è un altro tassello per abbattere le discriminazioni che ancora esistono. E’ chiaro che la scelta di impedire alle coppie gay di adottare è legata solo a un problema ideologico, non c’è nessuna ragione scientifica. Inoltre, ci sono tanti ragazzi adolescenti che nessuno vuole adottare e che sarebbero, invece, felici di essere accolti da una famiglia, per loro non sarebbe un problema avere genitori gay. Dovrebbero essere loro ad avere l’ultima parola mentre non sono neppure chiamati in causa in simili decisioni. Da parte nostra, andiamo avanti con la nostra battaglia ma non nascondiamo la preoccupazione per una destra che appare pericolosa e ci costringe a stare in guardia, mettendo in discussione i principi della democrazia. Proprio le famiglie arcobaleno sono finite nel loro mirino. Penso ai diritti tolti ai bambini per questioni ideologiche”
E’ quindi Christian Coduto, presidente di “Apple Pie” a sottolineare il lavoro portato avanti da Apple Pie e il buon riscontro ottenuto “Tante sono le coppie, non solo omosessuali che ci hanno chiesto informazioni. E’ il segno che è un tema che sta a cuore a tanti” A portare la propria testimonianza anche Carmela Smaldone, presidente di AGedO Napoli (Associazione genitori di omosessuali) e Salvatore Mauriello, dirigente di comunità.