Amalio Santoro, consigliere comunale di opposizione (gruppo Per Avellino) spiega le ragioni per le quali ha votato contro l’approvazione del Bilancio Consolidato presentato nell’ultima Assise dall’assessore Alessandro Scaletti: “Nell’amministrazione politica non c’è mai un anno zero, c’è sempre un passato che talvolta non passa mai. Questo Bilancio Consolidato è un documento che apre le porte a possibili nuove assunzioni, in un’amministrazione comunale che ha più addetti stampa della Casa Bianca. Questo segno negativo (meno 11 milioni di euro, ndr.) è il segno di un disastro che si trascina da anni. E non è un segnale positivo, come dice Scaletti. Dentro quel Bilancio ci sono 200 milioni di euro di debiti verso fornitori, creditori, servizi finanziari. Ci sono per fortuna anche un po’ di crediti, ma la quota di quelli che superano i 5 anni di anzianità arriva a 20 milioni. Abbiamo sei milioni di riscossioni in attesa. C’è ancora un milione di euro da riscuotere dallo stadio. Ma sono crediti che non si riscuotono mai. Ci sono anche i soldi di alcune sentenze che assegnano al Comune liquidità mai riscosse. Insomma, ci sono capitoli su cui lavorare”.
Da qui il no al documento contabile, poi comunque approvato a larga maggioranza (24 favorevoli e 7 contrari). “Ma la realtà è un’altra – aggiunge Santoro –: cosa vuol fare il Comune di Avellino con alcuni enti di servizi? In Aula è stato citato l’Alto Calore, c’è voluta la magistratura anche lì per bonificare la situazione. A guidarlo c’è un ex Forza Italia che ora sta lì e assume un consulente del lavoro per interloquire con se stesso. Non so se esiste un progetto di risanamento delle reti idriche che riguarda il Comune di Avellino… La chicca di questo Bilancio Consolidato è la ricomparsa dell’Asi: ne avevamo discusso tre anni fa, perché un Comune in dissesto faceva fatica a pagare una quota iscrizione di oltre 30mila euro e una quota annuale di altri 12mila euro. C’erano sentenze che consigliavano riflessione. Ma il Comune ha continuato lo stesso, e per fare cosa? Per chiedere un posto in consiglio di amministrazione? Su questo, il silenzio. Eppure una parola della politica sarebbe necessaria. E poi c’è l’Acs Srl di Avellino (la Partecipata che gestisce il controllo dei parcheggi a pagamento, ndr.) che è diventata una succursale di posti di lavoro del Comune di Atripalda. E mentre si aspettano i nuovi padroni dalla Sicilia, si perdono occasioni utili per la società. E ancora: teniamo in piedi quest’altra baracca del Cirpu, che si è fatta notare solo per spreco di denaro pubblico. E non si sa nulla della Fondazione Universitaria. Ne viene fuori una guida che non c’è e forse neanche un destino”.