Un disco che si fa omaggio alla festa, simbolo dell’innocenza perduta, come a voler invocare la luce. E’ Sciusten Feste, il nuovo album di Vinicio Capossela. Sarà presentato in due speciali instore domenica 3 novembre ore 20.30 a Roma (Feltrinelli via Appia Nuova 427) e martedì 5 novembre ore 18.30 a Milano (Feltrinelli piazza Piemonte 2/4).
Prodotto per La Cupa da Vinicio Capossela e Asso Stefana, registrato tra il 2020 e il 2021 insieme alla storica band del cantautore, SCIUSTEN FESTE N.1965 racchiude quindici canzoni tra riscritture, rivisitazioni e reinterpretazioni di standard natalizi e tre brani inediti, con la partecipazione di alcuni ospiti speciali come Marc Ribot, Greg Cohen, Mikey Kenney, Vincenzo Vasi e le Sorelle Marinetti.
Sono canzoni che danno spazio all’anima della festa, ai trambusti, agli abbracci, alle lacrime, alle redenzioni, alle rivoluzioni, alle ribellioni, ai trabocchi e agli sgambetti della stagione in cui si sospende il tempo dell’utile. Il tempo del lutto, il tempo della morte e della rabbia, per recuperare sotto la tenda di Achille, mentre fuori infuria la battaglia, quel senso di comunità, di gioco e di festa, che è una delle più feconde espressioni dell’umano – racconta Capossela – ci sono riscritture, rivisitazioni e reinterpretazioni di standard natalizi, brani inediti, luna park, danze di ossa, raffiche di spumante e swing italo-americano, Tanzlieder da umanità pangermanica, inni, feste e guastafeste, senza dimenticarci di Erode, perché non bisogna dimenticarsi del male nemmeno quando è occultato dai rassicuranti giorni del presepe. E tutto finisce in coriandoli come quelli che compongono la scritta del titolo che sta al collo del cane da circo in copertina, che fatica a stare in equilibrio. Ed è fatta di coriandoli anche la preziosa strenna in ghost track, la traccia fantasma che arriva a salone vuoto.
In SCIUSTEN FESTE N. 1965 tre brani inediti (il primo singolo estratto Voodoo Mambo, Sciusten feste n.1965 e Il guastafeste) affiancano dodici canzoni d’importazione che, per assonanze diverse, per Capossela hanno a che fare con la festa: c’è lo swing alla Louis Prima, il folklore italo-americano di Lou Monte e Nick Apollo Forte, gli inni presbiteriani, le fantasmagorie fiabesche, pezzi festivi e digestivi, marimbe di ossa, ottoni e vibrafòni. C’è la doppia ancia dei sassofoni, l’organo Farfisa, la chitarra a pancia grossa, il contrabbasso degli Aristogatti, i tamburi forsennati, i cori, gli inni e le campanelle.
Il titolo “Sciusten Feste n.1965” lo ha scritto a penna Vito, mio padre, anni fa su un foglio di carta arancione, ed è un ricordo a orecchio della festa con luna park più smisurata vista nella sua gioventù ad Hannover, dove è tradizione ospitare i più estesi accampamenti di Schützenfest, questo chiassoso raduno in cui si tira al bersaglio, si elegge un campione, si beve moltissimo e la musica non è un granché. Prosegue Capossela. All’apparenza è una di quelle ritualità pittoresche e anche un po’ inquietanti del mondo germanico, però a indagare bene nel sostantivo Schutzen c’è anche la radice del verbo proteggere. Proteggere, riparare, difendere ciò che si ha di più caro. Difendere la nostra innocenza in un mondo che la nega, che si può misteriosamente fare anche salvaguardandola in cose di poco valore come le lucine, i coriandoli, le canzoni o i bersagli. Difendere la festa è un po’ come salvare il gioco e l’infanzia del mondo.
Il disco ha una storia lunga che risale al 1999, anno in cui Capossela ha fatto il primo concerto per le feste al Fuori Orario, locale storico affacciato ai binari della ferrovia a Taneto di Gattatico. Da allora, ha continuato ogni dicembre a dare vita a concerti strabordanti, che hanno glorificato la festa e l’hanno realizzata. Concerti grazie ai quali si è creata una comunità e una tradizione: il Natale al Fuori Orario.
Una storia unica, celebrata anche nel film documentario Natale Fuori Orario, presentato lo scorso 17 ottobre alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Freestyle e distribuito dalla Cineteca di Bologna. Diretto da Gianfranco Firriolo e scritto da Vinicio Capossela, che è anche tra i protagonisti, è un documentario travestito da film costruito sulle riprese effettuate da Firriolo dal 2007 al 2023, un anomalo e originalissimo ibrido tra road movie e film-concerto, elogio tra ironia e malinconia del potere aggregante della musica e contemporaneamente riflessione sullo scorrere del tempo.
Più di vent’anni di pratica di concerti per le feste hanno affinato, tornito e rinforzato il repertorio del disco, ma ne hanno al tempo stesso impedito la registrazione. C’è voluto il confinamento pandemico per trovare il Natale libero per registrare le canzoni allo studio Esagono di Rubiera, riunendo la band dei veterani del Natale Alessandro “Asso” Stefana, Giancarlo Bianchetti, Mirco Mariani, Teo Ciavarella, Glauco Zuppiroli, Michele Vignali e Achille Succi. Poi la pandemia è proseguita, poi è arrivata la guerra, e poi sempre nuove e più gravi urgenze ne hanno rimandato la pubblicazione, lasciando il campo a Tredici Canzoni Urgenti. Fino a ora.
SCIUSTEN FESTE n.1965 esce in questo 2024 un po’ perché, per citare Piero Ciampi, “è Natale il 24” e un po’ perché se aspettiamo il corso degli avvenimenti non ci sarà niente da festeggiare per un bel pezzo. Conclude Capossela. Lo pubblichiamo dunque ora, nel momento del buio, per invocare la luce. Come gli Schutzen, i tiratori da luna park, per difendere con fucili giocattolo la nostra innocenza, e anche per guastare un po’ la festa a quanti ci stanno facendo la festa.