A dieci anni dalla scomparsa del capo della Polizia Antonio Manganelli la città di Avellino lo ricorda con ben due incontri per celebrare la sua figura carismatica e la sua straordinaria carriera.
“Una giornata, questa, piena di ricordi e sentimenti – commenta Adriana Piancastelli, vedova di Antonio Manganelli – è stato molto bello, dopo dieci anni, trovare tanti sorrisi ancora autentici. Merce rara. Ed è proprio il sorriso di Antonio il ricordo di lui che mi resta accanto tutti i giorni. La chiave di lettura sia umana sia professionale a testimonianza dell’amore per la vita e dell’empatia che lo contraddistingueva. Un grazie alla città per l’amore dimostrato, un affetto che è stato ricambiato da Antonio soprattutto durante i primi anni della sua vita e che abbiamo rinnovato insieme nei Natali, indimenticabili, con le persone care” conclude.
“Papà – ha raccontato la figlia Emanuela – mi raccontava sempre che lui amava fare il poliziotto, soprattutto quando era alla Squadra Mobile, amava stare nel vivo dell’azione. Ma papà era anche tante altre cose: gli piaceva la musica e si intratteneva a cantare e suonare, un uomo dalle mille passioni».
ricordare il superpoliziotto anche l’ex capo della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone, oggi presidente del Tribunale di Città del Vaticano, che con Manganelli ha condiviso professionalmente i grandi arresti dei capo mafia, ma pure la gestione dei super pentiti come Tommaso Buscetta, quando a Palermo operava il pool antimafia di Falcone e Borsellino.
Tante le personalità presenti all’hotel de la ville di Avellino, dal prefetto Paola Spena al capo della procura irpina Domenico Airoma, al capo della Squadra Mobile napoletana Alfredo Fabbrocini, all’assessore alla sicurezza del Comune di Napoli ed ex vicecapo della polizia Antonio De Iesu. Presenti anche personalità politiche come Gianfranco Rotondi, Carlo Sibilia e Michele Gubitosa.
“Oltre ad essere un grande uomo di cui il sorriso era il tratto distintivo – afferma l ex procuratore di Roma Pignatone – Manganelli è stato il protagonista di una storia in cui lo Stato ha combattuto e ha vinto la battaglia contro la mafia rispettando le regole”.