E’ scontro sui numeri del Teatro Carlo Gesualdo. Enza Ambrosone e Luca Cipriano sottolineano il dato degli abbonamenti alla stagione 2024/2025, che si è fermata a quota 62: “Un flop”; soprattutto se paragonato agli anni in cui presidente del Teatro comunale era proprio Cipriano: “Ne facevamo 3mila, con 300mila euro di entrate garantite per le casse comunali. Evidentemente la strategia di questa amministrazione sul fronte della Cultura va rivista”. Esattamente contraria la posizione di Luigi Mattiello (della lista della sindaca Laura Nargi Siamo Avellino): “I numeri dimostrano l’opposto di quanto dicono gli esponenti della minoranza. Tutti gli eventi che si sono svolti fino ad oggi hanno registrato il sold out. Tutto esaurito. Con conseguente incremento degli incassi. La strategia dell’Amministrazione funziona, anche perché con l’abbonamento il costo per assistere al singolo spettacolo diminuisce”.
Un ragionamento che, in effetti, veniva seguito anche nei passati cinque anni di consiliatura, con l’allora sindaco Gianluca Festa che decise di non proporre affatto l’opzione degli abbonamenti, proprio per massimizzare le entrate nelle casse comunali. L’attuale sindaca Nargi invece ha deciso di reintrodurre questa possibilità, anche se l’insediamento della nuova Amministrazione c’è stato solo l’estate scorsa e i tempi sono stati stretti per poter avviare la ripartenza del Gesualdo e tra l’annuncio della nuova stagione teatrale e l’avvio dei primi spettacoli ci sono state solo un paio di settimane a disposizione. Di tutto questo si è parlato questa sera a Palazzo di Città, nella commissione consiliare Cultura presieduta da Luigi Mattiello: all’ordine del giorno proprio i numeri del Teatro Gesualdo e l’audizione del nuovo dirigente del Settore Cultura, Francesco Tolino. A quest’ultimo il compito di snocciolare i dati relativi a questo avvio stagione teatrale, e di rispondere alle domande degli altri componenti della commissione: i due esponente del Pd Cipriano e Ambrosone, e i due consiglieri di maggioranza (lista Davvero) Mario Sorice e Luigi Preziosi.
L’AFFONDO DI CIPRIANO
“Sapere che la campagna abbonamenti è terminata, perché è un dato certificato, a 62 ticket mi sembra un dato estremamente preoccupante. Però – ha chiosato Cipriano con ironia – magari è una visione antica mia, forse la tendenza è quella di non fare più abbonamenti. Forse tutti i teatri italiani che li fanno sbagliano. Forse Avellino ha intercettato un nuovo trend… In ogni caso io sono preoccupato, perché c’è stato un mancato introito. Sono 2.940 abbonamenti in meno rispetto ai 3mila che si facevano ai miei tempi. 2.940 persone che non hanno pagato 250 euro in media, sono diverse centinaia di migliaia di euro che non sono entrate nelle casse dell’Ente. Questo significa anche, per dimostrare che non vogliamo fermarci agli aridi numeri, significa mancati investimenti. Perché se l’Amministrazione dal teatro non ha potuto incassare 2 o 300 o 400mila euro dalla campagna abbonamenti, probabilmente ha dovuto fare una sola serata, adesso gli spettacoli si fanno in un solo giorno, mentre si erano sempre fatti in due giorni…”. Qui ha ricevuto subito la risposta di Tolino, che nonostante si sia insediato alla dirigenza del Settore Cultura solo da poche settimane, ha già avuto modo di fare un primo monitoraggio della situazione: “No, a dire la verità ci sono anche spettacoli che si svolgono in due giorni”. “Vabbé – ha rintuzzato Cipriano – sono delle eccezioni. La città di Avellino è stata depauperata di un servizio, perché il teatro era aperto il sabato e la domenica adesso invece soltanto un giorno. Prima c’era il teatro per ragazzi, c’era il laboratorio di canto corale, c’erano delle attività aggiuntive a cui magari anche la campagna abbonamenti con la sua efficienza contribuiva”. “Quindi – ha concluso Cipriano – i numeri restituiscono anche un impoverimento dell’offerta culturale che trovo essere preoccupante. E siccome non è un episodio ascrivibile solo a questi mesi ma nel corso della precedente amministrazione c’è stata questa tendenza più o meno costante, inizia ad essere una strategia preoccupante. Così come è preoccupante non aver avuto e non avere un assessore alla Cultura. Insomma ci sono una serie di elementi che riguardano il nostro campo di lavoro, di questa Commissione, che ci lasciano perplessi”.
SCONTRO DIALETTICO IN COMMISSIONE
“Ma se andiamo a valutare i numeri degli abbonati del 2001 o del 2016, facciamo riferimento ad una situazione della popolazione di Avellino che era totalmente diversa da oggi. Una differenza anche numerica importante. E poi l’offerta culturale… possiamo portare anche i migliori artisti, ma se poi la gente non vuole uscire di casa…”. “Ora non diamo la colpa alla gente – è intervenuto Cipriano -. E’ ingeneroso nei riguardi degli avellinesi, della ‘vostra comunità’ come amate dire nelle vostre interviste”. “Non sono d’accordo con la riflessione del dottore Preziosi – ha detto Ambrosone – perché se io mi sposto da qui e vado a Napoli, e lì trovo gli avellinesi che vanno a vedere gli spettacoli, allora evidentemente…”. “Non diciamo cose che non esistono – ha ribadito Cipriano –: gli avellinesi hanno frequentato copiosamente negli anni il Teatro Gesualdo”. “Ma facciamo questo rapporto proporzionale con il numero di abitanti di ieri e di oggi” ha insistito Preziosi.
LA MAGGIORANZA FA FRONTE COMUNE: “I NUMERI PARLANO DA SOLI, INUTILE TENTATIVO DI STRUMENTALIZZAZIONE DA PARTE DELLA MINORANZA”
A riassumere la posizione della maggioranza consiliare ci pensa il presidente della Commissione consiliare permanente Cultura, Mattiello: “Capisco la funzione di pungolo e di stimolo che vogliono rappresentare i due componenti del partito democratico, ma non si può scappare dall’evidenza dei numeri. Se tutti questi primi spettacoli che stiamo portando in scena con questo cartellone 2024/2025 del teatro Gesualdo stanno facendo registrare il tutto esaurito allora vuol dire che l’offerta culturale che abbiamo proposto non è poi così sbagliata. E per le casse comunali è più conveniente, ad ogni singolo spettacolo, vendere un biglietto che un abbonamento. Non dimentichiamo, poi, che qui, appunto, stiamo parlando di cultura, e quindi non di investimenti finanziari o di attività commerciali tese a massimizzare il guadagno. In questo settore il compito dell’Amministrazione comunale è quello di offrire un servizio di qualità e di offrirlo ad una sempre più ampia fascia di popolazione. Per questo sono attive anche scontistiche e convenzioni per associazioni e scuole”.
LA TARIFFA STANDARD PER AFFITTARE IL TEATRO: 5MILA EURO, MA CONFINDUSTRIA NE HA PAGATI 3.500
Al termine della Commissione Cipriano ha fatto un’ultima domanda al dirigente Tolino: “Ma il teatro si paga ancora per eventi esterni? E con quali tariffe?”. “Sì, – è stata la risposta – certo, si paga. La tariffa standard è 5mila euro” – “Quindi anche Confindustria ieri per il suo anniversario degli 80 anni ha noleggiato il teatro per questa cifra?” – “No. Confindustria ha pagato 3.500 euro. Perché c’è una differenziazione tra gli spettacoli ‘con introito’ e quelli fatti invece con scopo culturale o istituzionale. E come questo evento esterno ce ne sono stati e ce ne saranno diversi altri, al di fuori del cartellone presentato per la stagione 2024/2025”. Alla fine la seduta è stata sciolta con l’impegno preso dal dirigente Tolino di raccogliere i dati anche degli anni precedenti e fare uno screening utile a capire “lo stato di salute” del Gesualdo e il trend che sta seguendo negli ultimi anni e la direzione nella quale si vuole andare.