Di Pellegrino Caruso
“Scripta manent” è stato il titolo della tavola rotonda on line fortemente voluta il 16 dicembre scorso dai Proff. Mariella De Simone, Giuseppe D’ Alessandro e Walter Lapini per cercare di indurre i vertici ministeriali a far si’ che i giovani liceali tornino a chiudere il loro percorso liceale elaborando un tema e traducendo. A spiegare la necessità del ritorno degli scritti agli esami di stato e’ stato il Prof. Luciano Canfora il quale ha espresso con sottile ironia, profondo dissenso: ” Se rinunciamo a sforzi di memoria e traduzione – ha avvertito il filologo- rischiamo una seria deriva. Non si può rinunciare all’ ordine del pensiero ed ignorare il latino ed il greco significa ignorare l’ anatomia della nostra lingua. Non dimenticherei la tragica profezia di Orwell che in “1984” parla di una pericolosa divisione tra una elite ridotta ed una massa senza cultura alla quale garantire solo sopravvivenza biologica.” Canfora non ha risparmiato stilettate agli attuali vertici ministeriali, seguito a ruota dal Prof.Gianfranco Mosconi che ha precisato: ” Non abbiamo bisogno di una scuola ” affettuosa” ma formativa e se davvero cerchiamo un esame giusto dobbiamo indurre i ragazzi a dare il meglio senza adagiarsi.” Interessanti sono state anche le osservazioni del Prof. Pietro Rosa il quale ha avvertito: ” Buttare alle ortiche la fatica della traduzione e’ deleterio.Gia’ con le prove del 2019 abbiamo rischiato di mettere in crisi il vecchio modello ma almeno restava traccia della bellssima arte del ” vertere” che induce ancora oggi a tradurre in cinese Properzio mentre a Shangai si traduce Tucidide.” Preoccupato della situazione si e’ rivelato anche Marco Tulli, che sulla base delle sue esperienze al Consiglio Universitario Nazionale ha chiarito : ” La scissione ministeriale tra Istruzione e Ricerca non giova anche perché di stanno elaborando architetture parallele con difficoltà di contatto.” On line da Bologna e’ intervenuto anche il Prof. Federico Condello il quale non ha nascosti una certa stanchezza emotiva.” Difendere l’ ovvio e’ davvero stancante ma siamo sotto attacco e mi auguro che il plotone dei classicisti sia affiancato anche dai docenti di materie scientifiche”.
E’ stata chiara nel corso del pomeriggio on line la volontà di non rendere disperato un appello speranzoso, esplicativo ossimoro per ribadire quanto sia importante recuperare le capacita’ di scrittura. ” I ragazzi – ha avvertito Fabio Canessa docente di lettere- oggi scrivono tanto ma ignorano la punteggiatura, tra puntini sospensivi che si moltiplicano ed assenza di nessi discorsivi.” Del valore della sopravvivenza della traduzione si e’ rivelata convinta anche la Prof.ssa Ilaria Rizzini, tra le prime firmatarie della petizione on line per il recupero delle prove scritte la quale avverte: ” Non sempre cambiare fa bene”. L’ interessante pomeriggio on line si e’ chiuso con l’ intervento della celebre Prof. scrittrice Paola Mastrocola, fortemente risentita per l’ accantonamento ormai da anni del classico tema di italiano. “Non offrire ai ragazzi la possibilita’ di ” exprimere” in un tema quello che hanno dentro significa privarli di uno spazio di libertà. Ricordo ancora le parole spiazzanti del Ministro De Mauro quando cominciava a farsi strada che i giovani dovessero essere piu’ guidati a redigere verbali di condominio. Gia’ avanzava l’ idea di “spendibilità” che elimina pero’ fantasia ed ingegno.” La discussione si e’ rivelata interessante come il dibattito che ne e’ seguito e che ha fatto sentire forte l’ esigenza di mutare il titolo della proposta tematica da ” Scripta manent” a ” Scripta maneant” perché dinanzi all’ obiettivita di un presente alquanto deludente e’ forse preferibile vivere di protrettiche incoraggianti aspettative, sperando in tempi migliori che riportino al centro le risorse dello scrivere e del tradurre perche’ Proust ando’ alla ricerca del tempo perduto leggendo Orazio in francese…