Arriva dagli stessi studenti una chiara condanna del gesto compiuto dai loro coetanei che hanno pubblicato foto scattate nella loro scuola, raffiguranti striscioni con la scritta Antifascismo = mafia. Domani il Collettivo studentesco irpino, giovani comunisti/e Avellino e unione giovani di sinistra Avellino saranno in piazza insieme alla Cgil per ribadire la volontà di difendere le scuole contro minacce e violenze. “Nella giornata di ieri – si legge nella nota del Collettivo studentesco, Giovani Comunisti e Unione Giovani Sinistra – i militanti del Blocco Studentesco di Avellino, organizzazione giovanile di CasaPound che sul nostro territorio prende il nome de “Il Randaccio”, hanno diffuso sui social immagini scattate all’interno delle loro scuole, esibendo uno striscione con lo slogan “Antifascismo=Mafia”. Un atto di gravità inaudita, non solo per il messaggio provocatorio, antistorico e mistificatorio, ma soprattutto perché compiuto all’interno di istituzioni pubbliche, minando i principi di libertà, uguaglianza e democrazia su cui si fonda la scuola italiana. Le scuole coinvolte sono: il Liceo Colletta, il Liceo Imbriani, il Liceo Mancini e l’Istituto Amabile. Chiediamo con fermezza che i dirigenti scolastici di questi istituti e il provveditore prendano immediati provvedimenti nei confronti degli studenti che si sono resi protagonisti di questa azione, riaffermando il carattere antifascista della scuola pubblica. L’antifascismo è il pilastro su cui si basa la nostra Costituzione, nata dalla Resistenza e dalla lotta contro il nazifascismo. La sua messa in discussione da parte di gruppi neofascisti, che si sentono legittimati a diffondere propaganda d’odio nelle scuole, è un atto anticostituzionale e inaccettabile. L’apologia di fascismo è un reato e le organizzazioni neofasciste, come sancito dalla nostra Costituzione e dalle leggi Scelba e Mancino, non possono trovare spazio nelle istituzioni. Permettere la diffusione di ideologie autoritarie e violente all’interno delle scuole significa mettere in pericolo i valori democratici su cui si fonda la Repubblica. Rinnoviamo l’appello al Governo affinché venga finalmente applicata la XII Disposizione Transitoria e Finale della Costituzione e sciolte tutte le organizzazioni di ispirazione neofascista. Non resteremo in silenzio di fronte a simili provocazioni. Difenderemo i valori della Resistenza e della Costituzione con ogni mezzo necessario”.
Mentre i docenti non nascondono la loro amarezza e parlano di un gesto che si fa espressione delle crepe dell’attuale sistema educativo, malgrado l’educazione alla legalità sia centrale nell’offerta formativa di tutti gli istituti. La professoressa Claudia Iandolo, docente al liceo Virgilio scrive che “I fascistelli anche ad Avellino si sono fatti immortalare mentre sono dentro la scuola, nelle aule. Quelle stesse aule in cui evidentemente qualcosa non ha funzionato. Decenni di rottamazione degli organismi democratici come i Decreti Delegati (per cui le assemblee si sono trasformate in un vuoto assoluto), decenni di delegittimazione della classe docente accusata di essere egemonizzata della cultura di sinistra, decenni in cui sulla scuola pubblica italiana si sono abbattute “riforme” che hanno eroso nel tempo il diritto alla studio e ristretto gli spazi di confronto. Decenni che hanno prodotto lo scempio a cui assistiamo: fuori la costituzione e l’antifascismo, dentro il vuoto e il buio di un’antipolitica che non può che essere FASCISTA!” .
Il professore Franco Festa si dice fortemente preoccupato: “Siamo di fronte a un livello di idiozia che comincia a circolare ovunque, di cui le scuole sono solo un campione. E l’episodio acquista una gravità ancora più forte se pensiamo che il liceo scientifico Mancini è sempre stato caratterizzato da una forte tradizione democratica. Ecco perchè è importante che gli studenti che hanno compiuto questi gesti vadano puniti in maniera esemplare sia per il contenuto del messaggio, sia perchè si tratta di foto scattate all’interno delle aule. E’ chiaro, però, che siamo in una fase di grande pericolo pubblico, da cui non si esce con la denuncia ma con la costruzione di un movimento che faccia sentire con forza la propria voce sul terreno dell’antisfascismo. L’unica strada possibile non è chiudersi in sè stessi ma dare voce a un sentimento pubblico, che faccia capire cosa è stato l’antifascismo e quale può essere il suo futuro”
La dirigente scolastica Mirella Napodano, alla guida di Amica Sofia e della comunità ‘Laudato si” si interroga sulle radici di un simile comportamento “Narcisismo, impulsività, abissale ignoranza, noia…Quale di questi elementi (o l’insieme di essi) può aver provocato l’inqualificabile atto degli studenti avellinesi nell’accodarsi ad altri cori blasfemi che identificano l’antifascismo con la mafia? Sventolare scritte inneggianti a questa assurda equazione, che è un’aberrazione logica prima che politica e storica, è probabilmente il risultato di uno dei veleni della rete che troppo spesso ormai inquinano le fonti stesse dell’informazione on line. Che sia frutto di una bravata adolescenziale? Assolutamente no. Sono altre le modalità di reagire agli sbalzi di umore, ai fraintendimenti, alle solitudini che affliggono nell’età ingrata i nostri ragazzi. Qui siamo di fronte ad un vero e proprio imbonimento delle menti, se non addirittura ad un traviamento della ragione. In questi ultimi giorni, nel corso di vari incontri promossi dalla Società Filosofia Italiana sez. di Avellino, abbiamo incrociato gli sguardi (e le accorate parole) di tanti studenti mentre discutevamo della tematica dei diritti umani in Kant e della raccomandazione del filosofo di <trattare sempre le persone come ‘un fine’ e mai come ‘un mezzo’>. Frase che è a fondamento della relazionalità umana e come tale della convivenza democratica. E non convince neppure il riferimento al presunto monopolio culturale di stampo mafioso che si sarebbe diffuso nei circuiti intellettuali a discapito di chissà quale pretesa equità. Quest’idea balorda e strampalata sembra piuttosto il risultato di una fantasia morbosa intrisa di violenza verbale, odio divisivo e fallacie retoriche, che si insinuano impercettibilmente nelle menti di chi non ha ancora costruito solide barriere di senso critico contro i veleni che fanno deragliare il pensiero dai binari dell’etica e del senso civile”.
Roberto Montefusco di Sinistra Italiana sottolinea come “Le immagini dei militanti di Blocco Studentesco che in alcune scuole avellinesi hanno esibito il loro striscione non possono non inquietare, preoccupare, indignare. Sia per il contenuto di quelle parole, che equiparando l’antifascismo alla mafia profanano quella scuola che dovrebbe essere un tempio laico custode della Costituzione e, quindi, di quell’ antifascismo su cui essa si fonda. Ma preoccupano ancor di più perchè sono l’ennesimo segno dello spirito di questi tempi, nei quali ogni giorno si oltrepassano confini che mai andrebbero superati, nei quali ogni giorno si tenta di riscrivere una storia che ha stabilito per sempre torti e ragioni, nei quali vengono sdoganati simboli, parole, rituali, che sono al di fuori di ciò che può essere ammesso e consentito in un sistema democratico. Quello che è accaduto non può essere sottovalutato. Deve interrogare tutti, a partire dalla comunità scolastica ed educativa irpina, e tutto il nostro tessuto civile e sociale Tra poche settimane celebreremo gli ottant’anni dalla Liberazione d’Italia dal nazifascismo: questi fatti impongono ancor di più che quella ricorrenza venga vissuta come un faro necessario sul presente e sul futuro”
Durissimo anche Peppe De Cristofaro, senatore di Sinistra Italiana “Si fa fatica a rispondere a una cosa del genere perché di fronte alle affermazioni surreali si resta disorientati. È come se qualcuno ti indicasse la luna dicendoti che è il sole. È molto grave quello che è successo in alcune scuole ad Avellino, dove alcuni studenti di Blocco Studentesco, organizzazione che fa riferimento a Casapound, hanno esposto questi manifesti diffondendoli poi sui social. È certo però che a questi giovani bisogna parlare perché probabilmente istigati da cattivi maestri non hanno chiare almeno un paio di cose. Innanzitutto, bisognerebbe spiegargli che la Repubblica italiana nasce dalla Resistenza, dalla sconfitta del fascismo e trova le sue fondamenta nella Costituzione. Sebbene troppo blandamente applicata, la nostra carta costituzionale è in chiara e aperta contrapposizione con la dittatura fascista. Gli andrebbe poi insegnato che nessuna forza politica ha contrastato con più intransigenza della sinistra le mafie, spesso braccio armato dei grandi proprietari terrieri, pagando un prezzo altissimo in termini di vite umane. La storia del militante di sinistra Peppino Impastato, raccontata tra l’altro nello splendido film I cento passi, è uno dei simboli più grandi della nostra battaglia irriducibile ai mafiosi. Auspico pertanto che i dirigenti scolastici degli istituti coinvolti si attivino immediatamente per fare chiarezza sui punti che ho elencato.
Non è tollerabile che la scuola pubblica diventi luogo di propaganda del fascismo e di grottesche bugie come questa”.
Ma la condanna arriva anche dalla società civile: “Si ma dove sono i giovani di antifascisti , di sinistra, radicali – si chiede Luca Battista – liberali, cattolici ? Dove sono i loro striscioni ? Chi si contrappone dialetticamente e a muso duro a questi fascistelli in erba, anche e soprattutto nelle aule e nei cortili delle scuole ? Se non si innescano queste dinamiche, la fascinazione che avranno su tanti altri “meno politicizzati” e ” meno impegnati” sarà foriera di seguito e di sostegno. Oggi sociale e pseudoculturale e domani elettorale.