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Vi scrivo con il cuore colmo di emozioni per raccontare la storia di mio zio Antonio, un uomo che 50 anni fa ha lasciato la nostra amata Irpinia per cercare fortuna all’estero. La sua vicenda è quella di molti nostri conterranei che, spinti dalla necessità e dalla speranza, hanno dovuto abbandonare le proprie radici.
Antonio era un giovane pieno di vita e di sogni, cresciuto tra le colline verdeggianti e i profumi della nostra terra. La sua famiglia era composta da contadini che lavoravano duramente per mantenere la casa e i campi. Ma, come spesso accade, le opportunità erano poche e la prospettiva di un futuro migliore si faceva sempre più incerta. Così, con il cuore in gola e un bagaglio pieno di ricordi, Antonio decise di partire.
Si stabilì in Germania, un paese sconosciuto, dove la lingua e le abitudini erano diverse, quasi estranee. I primi tempi furono duri: il lavoro in fabbrica, le lunghe giornate, la solitudine. Ma Antonio era determinato e, con il tempo, riuscì a costruirsi una nuova vita. Tuttavia, non passava giorno senza che il suo pensiero tornasse alle sue origini.
La nostalgia per l’Irpinia era una costante compagna. Gli mancava il sapore intenso del pane fatto in casa, l’odore del mosto durante la vendemmia, il calore delle serate trascorse davanti al camino con la famiglia. Le lettere che riceveva dalla madre erano il suo legame con la terra natia, e ogni volta che ne apriva una, si sentiva trasportato nei vicoli del suo paese, tra i volti amici e le tradizioni che tanto amava.
Ricordo con commozione quando, dopo molti anni di lavoro e sacrifici, Antonio riuscì finalmente a tornare per una breve visita. Sembrava un bambino che scopriva il mondo per la prima volta: ogni albero, ogni campo, ogni angolo del paese aveva per lui un significato speciale. Si sedeva sotto il vecchio noce nel cortile di casa, chiudeva gli occhi e respirava profondamente l’aria della sua infanzia.
Nonostante la vita gli abbia offerto un destino lontano dall’Irpinia, Antonio non ha mai dimenticato la sua terra. Ogni volta che ci sentivamo al telefono, mi parlava dei sapori e dei profumi che gli mancavano, dei colori delle stagioni che cambiano, del calore della gente. La sua storia è quella di tanti altri che, pur essendo lontani, portano sempre nel cuore il ricordo delle loro origini.
Vi ringrazio per l’attenzione e per l’opportunità di condividere questa storia. Spero che possa far riflettere sull’importanza delle nostre radici e sul legame indissolubile che ci unisce alla nostra terra, anche quando la vita ci porta lontano.
Con affetto e stima,
Luca De Lucia