di Virgilio Iandiorio
Altro che infezione da virus West Nile, quello delle punture di zanzara, l’attuale e vera epidemia è la Trumpite. Colpisce tutti i maggiorenni della popolazione mondiale, affascinati dal Presidente Americano Trump.
Fare la voce grossa, da guappo, esprimersi anche volgarmente (ricordate il bacio del deretano), mostrarsi difensore dei propri amici, mettere alla berlina chiunque osi contraddirlo, lasciare senza risorse dello Stato tutti quegli enti ed associazioni che non rispettano le sue regole e perciò inutili, questo è il pensiero politico di Fra’ Dazio l’Americano. Poiché l’infezione, cioè la trumpite, è contagiosa, pandemica oserei dire, abbiamo così tanti emuli, in scala ridotta, del Presidente degli Stati Uniti. Anche nei nostri paesi sono parecchi che si atteggiano al loro modello, Tu vo’ fa l’Americano, cantava Renato Carosone nella sua Napoli di molti anni fa, oggi avrebbe corretto il titolo della sua canzone con “Tu vo’ fa o Trumpiano”.
La crisi al Comune di Avellino? Tutti hanno la soluzione, trumpianamente: a chi basterebbe un giorno per risolverla, a chi un mese, a chi un anno, a chi soltanto le elezioni anticipate. Dubito, però, che i cittadini abbiano capito che cosa stia succedendo e perché.
Anche nei piccoli Comuni della Provincia non si respira aria migliore. Quando in un Comune, anche piccolo, non si riesce a formare due liste che si contendono l’Amministrazione, non vuol dire che per non avere competitori, uno solo sia il migliore e nessun’altro regga al suo confronto. E’, invece, la prova tangibile della fuga dalla politica e l’addio alle armi della stragrande maggioranza dei cittadini.
Basta che qualcuno abbia la voce più grossa e squillante e che si faccia vedere in giro per le strade del paese, ecco quello è il Trumpiano, che potrà guidare l’Amministrazione Comunale, con i dovuti “dazi”. Se poi, alla prova dei fatti, le Amministrazioni così fatte si rivelino delle copie dei Comitati delle feste patronali, ben vengano le sagre, le luminarie e gli spettacoli canori. Non che questi siano disdicevoli, ma un’Amministrazione Comunale deve preoccuparsi delle strade, delle case, dei servizi, vale a dire di un piano regolatore, e di quant’altro è necessario perché in una città o in un paese si viva dignitosamente. Il Trumpiano “se ne fotte” dei piani regolatori e delle esigenze dei cittadini, lui ha un alibi di ferro: le cose vanno male? La colta è della passata, o delle passate Amministrazioni, mai di quella in carica, cioè della sua.