di Don Gerardo Capaldo – Le guerre di questo terzo millennio sono sempre più devastanti. Ben diverse da quelle che nei tempi di Napoleone si svolgevano con le spade e i sui cavalli. Oggi le bombe e i missili distruggono in pochi secondi quartieri interi. Non curanti dell’orrore che suscita lo sterminio di intere famiglie con l’uccisione di bambini innocenti.
Coloro che decidono tali violazioni dei diritti umani ritengono che il nemico dovrebbe cosi essere punito anche con i suoi complici: popoli interi che forse con il loro voto avrebbero favorito il partito della vendetta e della violenza. Cosa che secondo una logica disumana potrebbe essere in parte anche vera.
La stessa ignoranza di tanta povera gente non escluderebbe una responsabilità collettiva e una minaccia tale da richiedere lo sterminio, legittimandolo persino in nome di un dio implacabile e giustiziero, fatto a propria immagine e somiglianza. Una cruda realtà che dovrebbe comunque far pensare i credenti.
Dinanzi al male nessuno può lavarsene le mani e chiudersi nell’indifferenza. Secondo la nota teologia del Corpo Mistico, il peccato è come una bomba, una ferita che nel colpire anche il dito mignolo si ripercuote sull’organismo intero. E’ come un tumore maligno che nascostamente si può diffondere e causare la morte.
Il Regno di Dio invece si realizza come “lievito che si diffonde in tutta la pasta”, non per distruggerla, ma per prevenire ogni contagio. E a chi spetta questa opera di immunizzazione? ”Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse. (…) A chi fu dato molto, molto sarà chiesto” (Lc 12,32-48). Nessuno è buono solo per sé.