E’ una vertenza datata negli anni, ma a Ferragosto, “prova che magistrati e politici lavorano anche in questa data”, ha sottolineato Gianfranco Rotondi, il tribunale civile di Roma ha confermato la validità gli atti concernenti la successione giuridica della Dc.
In due parole, «il simbolo è in uso all’Udc, il nome al mio partito e il patrimonio al Ppi. La decisione odierna recupera questa storia, e la riconferma».
Così ha detto subito dopo la decizione del tribunale, il deputato irpino Gianfranco Rotondi, presidente di “Verde è popolare”.
«La Dc si potrebbe ricostruire solo riunendo gli aventi titolo giuridici, che siamo Cesa ed io, e abbiamo dato più volte questa disponibilità anche all’amico Cuffaro.
Se questo disegno di unificazione non riesce, bisogna raggiungere almeno un ‘gentlemen agreement ‘ che permetta a ciascuna delle nostre esperienze di esprimersi senza confusione né avvilenti conflitti giudiziari.
Per il ruolo giuridico che ho svolto in questi anni, e per l’amicizia che mi lega a tutti gli ultimi protagonisti democristiani, mi permetterò di svolgere una funzione attiva per recuperare tutti una militanza serena.
Intanto aspetto tutti i partiti democristiani al tradizionale raduno di Saint Vincent, che si svolgerà a fine ottobre, e darà a tutti una occasione di dialogo».
Rotondi apre così la nuova stagione della politica sotto il simbolo ritrovato della Democrazia Cristiana.