“La serata di ieri 27 Aprile resterà nella storia dell’US Avellino e di tutta l’Irpinia grazie, dopo 7 anni di serie minori, alla promozione in serie B.
Un momento importante sportivo ma soprattutto sociale, considerando il legame viscerale che la squadra dell’Avellino ha con il tessuto vivo dell’intera provincia”. Così in una nota Sinistra Italiana Montoro Solofra.
“Migliaia di parole sono state scritte nel passato, su come il calcio avellinese non è un semplice sport, bensì il vettore per un sentimento legato alle radici della propria terra, all’empatia emotiva del popolo, al sensi di rivalsa della classica provincia italiana spesso in fondo alle statistiche del benessere.
Ieri è stata una serata meravigliosa, di gioia, di sorrisi con la gente d’irpinia orgogliosa di mostrare il suo abito migliore in una serata di gala. Il tifoso organizzato capace, con i suoi cori pieni di entusiasmo, i colori e le bandiere, di trascinare tutta la provincia in un giubilo di gloria.
Ma il finale ha lasciato uno spaccato sociale irpino preoccupante, perché si erano proclamati grandi festeggiamenti, ci si era preoccupati di evitare ogni invasione di campo e poi…
Poi quello che è o che era uno sport popolare, capace di sfondare la barriere di classe e di censo, si è trasformato in uno scudo padronale che ha separato il popolo da chi gestisce il potere economico e politico irpino.
Si era stabilito di evitare invasioni, ma sul rettangolo di gioco è stato consentito l’ingresso solo a chi era gradito alla proprietà dell’Avellino, solo ad una parte di una politica sempre più selfie e meno idee, alla borghesia gretta, agli imprenditori amici e ai loro familiari.
Non sappiamo chi ha sbagliato, l’organizzazione o chi doveva dimostrare il proprio blasone sfilando al Partenio per sfoggiare delle effimere foto o una bella storia social.
Ma il popolo biancoverde non ha accettato questo schiaffo e complice una divina pioggerella ha lasciato gli spalti.
L’Us Avellino non è del padrone di turno, è del popolo irpino, è della sua gente, quella che, come dice un coro della curva sud, “non conta niente”, e non di feudatari arroganti e prepotenti che hanno ridotto questa terra a provincia della Provincia dell’impero.
Forza Avellino ma soprattutto forza Gente d’Irpinia”.