Non è un momento positivo per il mercato degli autobus in Italia. Al 31 maggio, secondo gli ultimi dati Anfia, si sono registrate 1.684 immatricolazioni sopra le 8 tonnellate, 358 in meno, pari ad un calo di -17,5%, rispetto al medesimo periodo dell’anno passato, quando si sforò quota 2.000, toccando le 2.042 unità. Se diamo un’occhiata alle immatricolazioni, balza immediatamente all’attenzione il difficile momento che vive anche Menarinibus, il gruppo che opera a Flumeri e rappresenta il 4% del mercato. Le immatricolazioni sono in calo del 25% (da 92 sono passate a 69). Il gruppo più rappresentativo resta Iveco Bus, che cede però il 42,1%: le immatricolazioni sono infatti passate da da 886 a 513. Alle sue spalle prosegue invece la crescita (+26,1%) di Daimler Buses, grazie al dato accorpato di Mercedes-Benz (322 targhe) e Setra (66) che mette insieme 388 unità per un market share del 23%. Terza piazza per Solaris con 188 immatricolazioni, anch’essa in espansione (+19,7%).
Non si ferma la crescita dei bus elettrici: nei primi cinque mesi del 2025 se ne contano 294 contro i 155 dello stesso periodo dell’anno passato: +89,7% e quota del 17,5% sul totale delle immatricolazioni. Bene anche il gas, con il metano (Cng) che mette a referto 409 immatricolazioni (+9,9%, erano 372) per una quota del 24,3%. Male, infine, il diesel: al 31 maggio 2025 sono stati targati 772 veicoli, ma erano 1.122 al 31 maggio 2024: -31,2%. Segno meno anche per la tecnologia dell’ibrido: gli ibridi a elettrico e diesel calano del 47,2% da 367 a 194 pezzi, mentre quelli a batteria e a metano del 68,2% (da 22 a 7), per un volume complessivo del 12%. Interessante anche il dato geografico che emerge dal rapporto: tra Sud e isole si concentra il numero più alto di targhe: 650 (ma erano ben 853). Seguono il Nord Italia con 567 (contro 712), grazie al dato accorpato del Nord Ovest (294) e Nord Est (273). Infine, ammontano a 467, contro le 477 del 2024, al Centro.