Valle Ufita. Sono partiti stamattina, alle otto in punto, proprio dai cancelli della loro fabbrica, destinazione Roma, gli operai di Industria Italiana Autobus, per raggiungere il palazzo di via Molise che ospita il ministero del made in Italy, dove sotto le finestre di Adolfo Urso, il titolare del dicastero, sciopereranno per otto ore, a partire dal primissimo pomeriggio, con un sit in di protesta.
Con loro i sindacati che, questa giornata, l’hanno promossa: Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm, Uglm e Fismic. Il rilancio dello stabilimento di valle Ufita, la salvaguardia della produzione e dei livelli occupazionali: queste le richieste dei sindacati irpini e delle tute blu ai palazzi del potere romano.” Bisogna risolverla presto questa vertenza. Altrimenti- come dice Silvia Curcio, la pasionaria rsu della Fiom- riprenderemo quello che sappiamo fare bene: la lotta. Ci aspettiamo, dunque, una convocazione ufficiale. Vogliamo che il governo ci dica se ci sono manifestazioni di interesse e se le stanno valutando. E, sopratutto, quale sarà il nostro futuro”.
Prima di mettere piede nell’ autobus che li ha portati a Roma, Raffaele Colello, rsu della Uilm, sottolinea come sia “impossibile dismettere una azienda del genere, dove ci sono competenze, le commesse in portafoglio sono più di mille. E visto che oggi siamo al ministero se vogliono davvero salvaguardare il made in Italy, quella di oggi, è l’occasione giusta”. Si parte, quindi. Arrivati nella capitale” scortati- dice il segretario generale della Fismic, Giuseppe Zaolino”, il tempo di arrivare in corteo, pacifico, fino al ministero e pochi minuti dopo le 15, subito si organizza un tavolo di confronto con il tecnico, autorizzato dallo stesso ministero di via Molise, per le relazioni con le parti sociali, Castano. Per le ragioni che, stamattina, avevano messo in campo le tute blu, e come altre volte spiegato dai sindacati, il fallimento di Industria Italiana Autobus è scongiurato. Così come la paventata amministrazione controllata.