Sarà presa in esame, venerdì davanti al Tribunale del Riesame di Napoli, l’ordinanza firmata dal GIP del Tribunale di Napoli, Rosaria Maria Aufieri, per la presunta banda dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti,capeggiata da Americo Marrone, e smantellata con una brillante operazione della Squadra mobile di Avellino. Proprio la difesa del boss della droga, il penalista Gaetano Aufiero ha impugnato la misura ottenuta dalla Procura di Avellino e dalla Distrettuale Antimafia di Napoli nei confronti di cinque indagati.
L’inchiesta, coordinata dai sostituti procuratori Henry John Woodcock e Luigi Iglio, ha consentito di far luce su un sodalizio criminale ben strutturato, con base operativa ad Altavilla Irpina, dedito alla distribuzione di cocaina, hashish e marijuana.Secondo gli inquirenti, il gruppo criminale operava principalmente ad Altavilla Irpina e sarebbe stato capeggiato da Marrone, figura centrale nel traffico di droga e detenuto in carcere,avrebbe rifornito oltre il Vallo di Lauro e la Valle Caudina, oltre che al serinese, dove tra l’altro c’era uno dei personaggi di rilievo dell’organizzazione che avrebbe guidato anche dal carcere Marrone. E’ quanto ricostruito dagli agenti della Squadra Mobile di Avellino, che nel corso delle indagini oltre alle intercettazioni hanno anche eseguito servizi di osservazione e sequestri. I risultati di un’indagine, quella coordinata dai pm della Dda di Napoli Henry Jhon Woodcock e della Procura di Avellino Luigi Iglio, che ha portato all’arresto in flagranza di sei persone e al sequestro di 235 mila euro.
Davanti ai giudici del Tribunale della Libertà sarà discussa anche la posizione di altri due indagati, la moglie ed il nipote dello stesso Marrone, che avrebbero avuto un ruolo di promotori e organizzatori del gruppo, seguendo le direttive dello stesso Marrone dal carcere, entrambi difesi dal penalista Gaetano Aufiero. Dinanzi ai magistrati partenopei sarà valutato il materiale probatorio raccolto dagli agenti della Squadra Mobile della Sezione Antidroga di Avellino, che nel corso delle indagini avevano sequestrato quasi cinque chili di cocaina e 235 mila euro. Tutti gli indagati,nel corso dell’interrogatorio di garanzia, avevano deciso di non rispondere alle domande del Gip Lorenzo Corona.