Cinque anni e sei mesi e una multa di 12mila euro. Invocata l’assoluzione per la contestazione di minacce. Questa la richiesta formulata dal pubblico ministero dell’Antimafia Henry John Woodcock al termine della sua requisitoria per l’attentato contro la sede di IrpiniAmbiente di Quindici avvenuto nell’aprile del 2019, nei confronti di Antonio Mazzocchi (ristretto nel carcere di Siracusa) e considerato elemento di spicco del clan Graziano. La richiesta è stata avanzata stamane davanti ai giudici del Collegio presieduto da Sonia Matarazzo.
L’ accusa nei confronti dell’esponente del clan camorristico e’ quella di aver esploso numerosi colpi di fucile (un’arma di precisione calibro 7,64) contro la ex sede nel Vallo di Lauro di IrpiniAmbiente. Il pm antimafia ha ripercorso le indagini che erano state svolte dal personale del Commissariato di Lauro e dalla Squadra Mobile di Avellino. Rilevante nell’accertamento della responsabilità di Mazzocchi nel raid, l’ intercettazione datata 24 maggio 2019 e raccolta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo dell’ Arma di Avellino nell’ambito di una diversa inchiesta per una serie di estorsioni nel Vallo di Lauro e per associazione a delinquere di stampo mafioso.
Nel corso della conversazione, captata in via telematica, Mazzocchi si lamentava con la moglie per il mancato ritrovamento di armi durante un controllo nelle campagne di Ima, frazione di Lauro. In quel frangente, avrebbe affermato: “Quello pensa che sia uno scherzo. La maggior parte delle armi che stanno lì sopra hanno già sparato tutte… ero passato un po’ prima di quando sparai a Cesare, e l’avevo nascosta in un tubo”.Gli investigatori ritengono che il riferimento a “Cesare” indichi il coordinatore di IrpiniAmbiente, che si trovava all’interno della struttura al momento delle esplosioni di colpi era nella sede. Il 9 gennaio ci sarà la discussione della difesa di Mazzocchi, il penalista Sabato Graziano. In quella data potrebbe arrivare (a meno di richieste di replica del pm antimafia) la sentenza di primo grado.



