Gli operai dell’automotive mobilitati da tutta Italia questa mattina per dire no ai tagli del personale. In piazza Barberini a Roma. Ventimila le persone scese in piazza per protestare contro la crisi del settore in Italia, a partire da quella dei siti Stellantis, secondo le stime dei sindacati. Dopo aver percorso via Sistina ed essere scesi dal Pincio, i manifestanti sono confluiti in pazza del Popolo. Presente oltre ai leader dei tre sindacati Cgil, Cisl e Uil, la segretaria del PD Elly Schlein, che ha scambiato un abbraccio con il segretario Cgil Maurizio Landini. Alla volta della Capitale sono partiti anche dall’Irpinia.
Fismic, Uglm e Aqcf invece hanno protestato ad Avellino, davanti a Palazzo di Governo. Il segretario generale Giuseppe Zaolino, alla presenza della sindaca Laura Nargi, ha consegnato al prefetto Rosanna Riflesso un documento.
per un futuro incerto.
di recessione è di disordini sociali.
I segretari provinciali Zaolino/Iacovacci e Vairo lanciano l’allarme consapevoli della gravità della situazione e delle possibili conseguenze. Non è solo un problema sindacale e non sarà la solita vertenza. Sellantis è una questione nazionale e l’opinione pubblica dovrà sentirsi parte integrante del problema. Gli effetti negativi si scaricherebbero su milioni di italiani e dobbiamo insieme scongiurare il disastro che si sta prefigurando.
“C’è il rischio concreto di cancellare posti di lavoro e di indebolire il settore industriale. Non lo possiamo permettere. Serve un piano straordinario di investimenti”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dalla manifestazione a Roma per lo sciopero del settore auto, rimarcando che “palazzo Chigi, la premier Meloni deve convocare Stellantis con l’ad Carlos Tavares, le aziende della componentistica e i sindacati per un vero piano industriale di rilancio. Non possiamo più aspettare. Paghiamo errori e ritardi, anche sull’auto elettrica. Serve insieme una discussione a livello europeo”.
“Bisogna cambiare la situazione. I lavoratori non vogliono stare a guardare, non vogliono stare in cassa integrazione”, prosegue Landini. Questa manifestazione dice anche che “bisogna aumentare i salari, fare una lotta vera all’evasione e tassare le grandi rendite e profitti, e combattere la precarietà”, insiste Landini rimarcando che con il collegato lavoro è stata “fatta una porcheria”.
“Le nostre richieste sono di dare una svegliata alla politica, di dare una svegliata alle aziende dell’auto e a quelle della componentistica, a partire anche da un grande produttore del nostro Paese, Stellantis. La situazione che sta precipitando”. Lo afferma il segretario generale della Fim Cisl Ferdinando Uliano alla manifestazione del settore automotive.
“I volumi stanno crollando, non faremo neanche 500.000 veicoli nel nostro Paese, cosa che non avveniva dal 1956. C’è una situazione di perdita occupazionale di oltre 12.000 lavoratori in tre anni, c’è che si fa più cassa integrazione che lavoro”, continua.
“Diventa fondamentale – conclude il capo della Fim – che la presidenza del Consiglio convochi l’amministratore delegato,l e i sindacati, perché per noi è fondamentale mettere in fila investimenti e aiuti al settore per il rilancio di uno dei settori più trainanti del nostro paese. E anche l’Europa deve fare la sua parte”.
E ancora. “Il messaggio che parte da questa piazza è di fare presto, mantenere gli impegni e chiarire qual è il piano industriale con il quale si mantengono i posti di lavoro. Una richiesta al governo, alla politica, al ministro Urso: basta chiacchiere, servono fatti concreti”. Lo dice il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, a margine della manifestazione indetta dai sindacati sulla vertenza Stellantis.
“Serve un incontro con la presidente del Consiglio e con Stellantis per definire intanto cosa farà l’azienda e quali saranno le linee di politiche industriali di questo Paese – aggiunge -. Non ci possiamo permettere di leggere tutti i giorni di chiusure dei siti produttivi per il costo dell’energia e per la mancanza politiche industriali. Il governo deve chiarire cosa farà sul costo dell’energia. Mentre in altri Paesi hanno definito un tetto e hanno chiarito che non ci possono essere aumenti, noi qui continuiamo a perdere insediamenti produttivi. Queste persone che fanno sciopero e vorrei ricordare a chi critica le organizzazioni sindacali che stanno in piazza rinunciando a una giornata di paga per stare qui. Molti di loro hanno famiglie sulle spalle, mutui e hanno necessità di avere chiarezza, risposte certe”, conclude.
“Con questo sciopero sono i lavoratori uniti che danno forza a noi, alle opposizioni, ai sindacati e a chi pensa che bisogna far cambiare rotta a una azienda che in questi anni ha mangiato un’enorme quantità di soldi pubblici senza restituire nulla, portando fuori le produzioni ad alto volume produttivo e in ritardo drammaticamente sulla transizione che è il futuro del settore”. E’ quanto afferma il leader di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni arrivando in piazza Barberini.
E ha aggiunto: “Bisogna che cambi passo l’azienda ma anche il governo che deve mettere in campo investimenti adeguati sulla transazione, invece di schierarsi con i campioni del rinvio, i clima-menefreghisti di tutta Europa che stanno condannando posti di lavoro e tenuta sociale a saltare per aria”.
“Napoli e la sua grande area metropolitana non possono vivere solo di turismo. Pomigliano e Pratola Serra sono due luoghi di grande manifatturiero avanzato e l’automotive è uno dei settori fondamentali che noi dobbiamo difendere.
Si tratta, inoltre, di due stabilimenti strategici per tutta l’area”. È quanto si legge sulla pagina Facebook della Città Metropolitana di Napoli, con le parole dei sindaco Gaetano Manfredi, ieri sera in riferimento al suo intervento al Tgr Campania sulla vertenza Stellantis che sta destando tanta preoccupazione per le aree industriali del gruppo in Campania. ”Oggi il tema dell’investimento sulle politiche industriali è determinante e credo che tutti insieme dobbiamo #batterci per difendere la presenza industriale nei nostri territori”, ha ribadito con forza il Sindaco Manfredi.