L’ingegnere, 71enne accusato del tentato omicidio del fratello, è stato sottoposto al diveito di dimora. Questa la decisione del Gip del Tribunale di Avellino Marcello Rotondi nei confronti del settantunenne, difeso dal penalista Ennio Napolillo, che era stato posto agli arresti domiciliari con l’accusa di aver brutalmente aggredito il fratello settantaduenne, il medico di base in pensione Carmine Matarazzo. Dunque il 71enne difeso dall’avvocato Ennio Napolillo dovrà lasciare il luogo di residenza e non dimorare in provincia. Il gip ha condiviso la gravità indiziaria alla base della richiesta della Procura di Avellino e ritenuto più adeguata anche per la violenta modalità in cui si è sviluppata l’aggressione, applicare il divieto di dimora in Irpinia per il settantunenne, che risponde di tentato omicidio aggravato dai futili motivi e dal rapporto di parentela con la parte offesa.
Per il 71enne arrestato per tentato omicidio e il suo difensore è riuscito a ottenere l’attenuazione della misura cautelare, che passa così daigli arresti domiciliari al divieto di dimora in provincia di Avellino. “L’indagato ha fornito una versione dei fatti che non collima con quella dell’accusa”, ha affermato l’avvocato Napolillo. “Considerate che in questa vicenda, particolare perché coinvolge due persone perbene, due persone rispettate e rispettabili, non è stata ancora raccolta la versione del dottore Matarazzo. Sicuramente la nostra posizione è diversa da quella prospettata dall’accusa. Contestiamo soprattutto la qualificazione giuridica del fatto. La procura sta procedendo per tentato omicidio, e noi contestiamo radicalmente questa accusa”.
L’avvocato Lugi Petrillo, difensore di fiducia del dott. Matarazzo, afferma in una nota: “La difesa del dott.Carmine Matarazzo auspica vivamente che la vicenda venga accertata quanto prima in ogni suo segmento fattuale, poiché la vittima, appena uscita dal coma attende di essere ascoltata dagli inquirenti e di rendere la sua versione dei fatti. Questa appare sin d’ ora assai diversa dalla narrazione dell’ indagato, per come rassegnata dalla stampa, dal momento che si è appreso che ciò che è accaduto, lungi dall’essere una casuale degenerazione di una lite, è piuttosto frutto di un vero e proprio agguato premeditato, cui il suo autore ha posto fine solo quando ha erroneamente supposto che il dott. Matarazzo fosse spirato. La difesa della persona offesa, appena uscita dal coma e non del tutto fuori dal pericolo di vita, si augura che la blanda misura applicata all’ omicida possa effettivamente valere ad evitare propositi di recidiva ed a cautelare la vittima e la sua famiglia”, conclude.