I consiglieri regionali del Pd hanno tentato di giustificare la norma come un fatto tecnico: in sintesi si dice sì al terzo mandato, ma non è detto che toccherà a Vincenzo De Luca. E’ un escamotage per uscire dalla morsa dello scontro tra il governatore e la segretaria. Mettersi contro De Luca significherebbe infatti essere tagliati fuori dal suo apparato di potere e di consenso: praticamente ineleggibili. Senza Elly Schlein si resterebbe esclusi dal Pd, in balia di De Luca. Se il governatore dovesse rivincere, allora bene, ma un consigliere senza simbolo per giunta all’opposizione o peggio fuori dall’Aula avrebbe in mano un pugno di mosche.
Intanto Schlein, ieri sera, intervenendo in tv a “Che tempo che fa”, ha ribadito a chiare leggere che “possono votare tutte le leggi regionali che vogliono, ma questo non cambia la posizione del Pd che non sosterrà i presidenti uscenti per un terzo mandato”. Secondo la segretaria, i tempi sono cambiati: “Se qualcuno non è abituato perché prima funzionava diversamente, adesso è bene che si abitui al cambiamento perché io sono stata eletta esattamente per fare questo”.
Inequivocabile. Nei giorni scorsi era caduto nel vuoto il richiamo di Igor Taruffi: “Chi voterà e’ fuori dalla linea del partito”. In commissione i consiglieri regionali pd – si è astenuta solo Carmela Fiola – hanno votato a favore del terzo mandato. Contrari il centrodestra e il M5s.
La seduta di consiglio è ora prevista domani dalle 10.30 alle 13. Il numero legale è di 26 consiglieri: sulla carta la maggioranza è composta da 30 consiglieri: tra deluchiani, Pd, Azione, Italia viva. Non ci dovrebbero essere problemi, i dem sembrano intezionati a votare comunque per il sì al terzo mandato tenendo fede al documento sottoscritto dopo il vertice di maggioranza di sabato. Per il momento i dem sono tutti d’accordo che non si può spaccare la coalizione ad un anno dalle elezioni regionali. I conti col partito li faranno poi, ma soprattutto deve farli De Luca.
In punta di diritto, la proposta di legge, ad iniziativa del presidente della I commissione Giuseppe Sommese (Azione), nel recepire la norma nazionale, prevede che “non è immediatamente rieleggibile alla carica di Presidente della Giunta regionale chi, allo scadere del secondo mandato, ha già ricoperto ininterrottamente tale carica per due mandati consecutivi” e prevede che “ai fini dell’applicazione della presente disposizione, il computo dei mandati decorre da quello in corso di espletamento alla data di entrata in vigore della presente legge”.
C’è poi un’altra modifica delle legge elettorale – n. 4 del 2009. Nella bozza sottoscritta dal Pd si chiede l’eliminazione del limite del 65% del premio di maggioranza; l’introduzione di una soglia di sbarramento al 2,5 per cento per tutte le liste; la riduzione del numero di firme necessarie per la presentazione delle stesse; la sospensione, a decorrere dalla prossima legislatura, dalla funzione di Consigliere regionale nel caso l’eletto venga nominato assessore regionale; la ineleggibilità dei sindaci dei Comuni campani fino a 5000 abitanti, oltre a quella, già prevista per quelli di Comuni con popolazioni superiori, prevedendo l’obbligo, in caso di candidatura alle elezioni regionali, di dimissioni tre mesi prima del termine della Legislatura. La proposta di legge è stata approvata in I Commissione con il voto favorevole de gruppi della maggioranza di centrosinistra, quelli contrari del centrodestra e l’astensione del Movimento 5 Stelle.
Per quanto riguarda il terzo mandato, “è un tema del Pd, ne parla il Pd”, taglia corto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. A chi gli ha ricordato che il Pd è il primo partito della sua coalizione, ha risposto: “Tanti partiti mi sostengono”. Conseguenze sul Comune di Napoli? “Assolutamente no”.
Un appello arriva anche dalla deputata Pd Debora Serracchiani: “Non ci possiamo permettere di consegnare alla destra la Campania. Noi, come Pd, siamo contrari in generale ma ci sono tutti i tempi, i modi e i luoghi per recuperare questa situazione”. I nostri “consiglieri regionali sanno come la pensa il partito”.
E il centrodestra serra le file. Va all’attacco il senatore di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone, commissario regionale del partito in Campania: “Dopo la dichiarazione della Schlein alla trasmissione di Fazio, i consiglieri regionali del Pd voteranno in aula una ridicola legge per consentire un terzo mandato a chi non sarà il candidato del Pd? Sarebbe assurdo sia sul piano politico che sul piano logico: andranno contro il proprio partito? usciranno dal partito? Voteranno una legge che secondo loro consentirebbe un terzo mandato solo a chi è nella condizione di De Luca quando il segretario nazionale ha detto che a prescindere De Luca non sarà il proprio candidato? Siamo all’ultimo atto di una ridicola sceneggiata dove i problemi dei campani sono l’ultimo dei pensieri rispetto alle poltrone”.
A destra si accelera anche sulla scelta del candidato presidente. In pole, al momento, sembra esserci il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli, deputato di FdI: “Mi hanno chiesto la disponibilità ma onestamente sono molto felice di fare il viceministro degli Esteri, è il mio sogno. Però sono anche un uomo di partito e se fosse necessario… Ma è un problema che penso non si porrà prima di aprile o maggio”.