Un viaggio visivo e antropologico nel cuore della religiosità popolare. E’ il senso della mostra fotografica in programma al Castello Ducale di Bisaccia dal 6 settembre all’11 ottobre “Tra Fede e Carne. Sguardi antropologici sui riti dei Battenti campani”, un evento che arricchisce il calendario culturale promosso dal Comune. L’inaugurazione è prevista per sabato 6 settembre alle ore 18.00.
A raccontare la religiosità popolare campana le opere di due fotografi napoletani: Raffaele Maglione e Raffaele Calafiore. Due percorsi distinti, ma accomunati dal desiderio di documentare e comprendere i linguaggi del sacro, che si incarnano nei corpi e nei gesti dei fedeli, intrecciandosi con la memoria collettiva dei territori.
Il lavoro di Raffaele Maglione è incentrato sui riti settennali di Guardia Sanframondi, nel Sannio beneventano, evento straordinario che ogni sette anni coinvolge l’intera comunità. I Battenti, a petto nudo e incappucciati, si flagellano in segno di devozione, imprimendo nei corpi la testimonianza tangibile di un legame spirituale profondo. Le fotografie di Maglione restituiscono tanto la potenza visiva di questi gesti quanto la loro dimensione collettiva e rituale, evidenziando la forza della tradizione e il radicamento della fede nel tessuto sociale.
Raffaele Calafiore concentra invece la sua attenzione sui Fujenti della Madonna dell’Arco, devoti che ogni Lunedì in Albis animano le strade della Campania in un pellegrinaggio che mescola preghiera, corsa, estasi e partecipazione comunitaria. I suoi scatti catturano il dinamismo di corpi in movimento, i volti segnati dall’intensità dell’esperienza, le prostrazioni pubbliche come segni di gratitudine o supplica. Una religiosità fisica e immediata, capace di tradurre il sacro in gesto e presenza tangibile.
Le immagini in mostra non sono semplici documentazioni fotografiche: costituiscono strumenti di riflessione antropologica che invitano a interrogarsi sul rapporto tra corpo e fede, tra identità collettiva e dimensione spirituale. L’incontro tra i due autori, con sensibilità e linguaggi differenti, apre uno spazio di confronto sul ruolo delle pratiche rituali nel Sud contemporaneo, sottraendole alla riduzione folklorica e restituendone complessità emotiva, sociale e culturale.
«Questa esposizione – dichiara Giuseppe Ciani, assessore delegato al polo museale di Bisaccia – rappresenta una tappa significativa per la nostra programmazione culturale. Il Castello Ducale diventa luogo privilegiato per indagare il rapporto tra arte e antropologia, offrendo al pubblico uno sguardo autentico e rispettoso su tradizioni che fanno parte della nostra memoria collettiva».
L’iniziativa è realizzata dal Museo Archeologico di Bisaccia in collaborazione con la Pinacoteca di Arte Contemporanea di Teora (Nicola Guarino).