Preaccordo di mobilità incentivata per 50 persone alla Stellantis. Stamane, nello stabilimento di Pratola Serra, è stata definita una procedura, che resterà aperta fino al 31 luglio, destinata ad accompagnare alla pensione, a condizioni favorevoli, una cinquantina di lavoratori. “Dovrebbe essere l’ultimo accordo di mobilità incentivata”, precisa il segretario della Uilm Gaetano Altieri. “Lo stabilimento sembra infatti finalmente uscito dalla fase più critica, e l’aumento dei volumi produttivi lascia ben sperare per il futuro”.
Nella seconda metà dell’anno, è infatti emerso dall’incontro di questa mattina, dovrebbero cessare le trasferte presso altri stabilimenti del gruppo, così come non sono escluse nuove assunzioni. Nello stabilimento irpino potrebbero inoltre essere destinati lavoratori dalle sedi di Pomigliano e Melfi, chiamati a fronteggiare qualche picco di produzione.
Notizie più che incoraggianti, soprattutto se si considera che il 2024 si era chiuso con un bilancio tutt’altro che esaltante per lo stabilimento irpino, fermo ad una produzione di 310mila motori (più o meno la metà della capacità produttiva complessiva) per un numero di occupati sceso, per la prima volta, sotto le 1500 unità. Naturalmente il quadro si complica se si guarda un po’ più avanti. Dal 2035 non sarà infatti più possibile acquistare nuove auto con motori diesel e benzina. Sarà possibile continuare a usarle, ma non saranno più prodotte: tutte le nuove auto immatricolate dovranno essere a emissione zero.
Per garantire un futuro alla fabbrica, e a chi ci lavora, sarebbe necessario iniziare ad operare una riconversione ecologica che, al momento, non si intravede neanche all’orizzonte. Eppure nello stabilimento “gemello” in Val di Sangro già si producono veicoli commerciali elettrici. Tutto fermo, invece, nell’ex Fca dove si guarda con grande, e più che giustificata apprensione, alla realizzazione della piena transizione energetica dal motore endotermico a quello elettrico. “Quello che succederà nei prossimi anni è ancora tutto da capire. Vedremo, per il momento- conclude Altieri – registriamo un’inversione di tendenza che lascia ben sperare”.