“La poesia come modo di abitare il mondo nella sua pienezza, in cui si incrociano l’asse naturale e cosmico, dimensione universale e individuale, racconto di un istante che ha sempre la statura dell’infinito”. Così Eleonora Rimolo, critico letterario e docente all’Università di Salerno, racconta “Un astro piccolo piccolo” di Cinzia Coppola, edito da Delta 3, presentato questo pomeriggio al Circolo della stampa. “Quello di Cinzia – spiega Eleonora – è un esporsi alla vita, senza anticorpi, anche quando sembra che l’orizzonte sia segnato, nel segno del recupero dell’immaginazione e della capacità di guardare oltre la siepe. A prendere forma un processo catartico che si fa strada verso la libertà, un viaggio interiore che appare complesso e insieme naturale, in cui ciascuno può riconoscersi. Cinzia ci consegna un dialogo con la natura attraverso un approccio mistico che deriva dalla contemplazione della bellezza a cui si affianca l’idea della natura come espressione del sublime, capace anche di suscitare terrore. L’autrice ci permette di entrare in contatto con una geografia intima, che esplora il senso dell’esistenza, come testimonia il desiderio di farsi radice, di comprendere l’essenza dell’universo”. Un desiderio evidente nella capacità di diventare parte dell’universo stesso “Io sono autunno/La foglia che ha vissuto/La luce che indugia/Sono vento/Nulla è separato da me/Sono lo spazio bianco del mio cuore”. “L’attenzione – prosegue Rimolo – è rivolta alle gioie del quotidiano, alle assenze e alle presenze, alla memoria familiare, attraverso una poesia che si fa consapevolezza dei limiti e dell’identità. Queste poesie ci ricordano che il senso della vita è nascosto proprio dove non guardiamo quasi mai: in un temporale d’autunno, in uno scorcio di città all’alba, in un battito di ciglia, in una voce che chiama da lontano. Sta al lettore disposto all’ascolto lasciarsi condurre in questo sentiero di parole. Le parole si fanno testimoni di un passaggio, di un tempo ciclico che ci riporta sempre a riflettere sull’essenza dell’amare”.
E’ Cinzia Coppola a parlare di poesia come atto di resistenza, di semi gettati nella speranza che diano frutti “In un tempo in cui non è facile parlare di poesia, in cui la letteratura deve fare i conti con le leggi del mercato e la poesia appare condannata ad essere prodotto di nicchia, per pochi. Una poesia che guarda alle piccole cose, alla natura e alla quotidianità, che sa consolare e aiutare a svelare il senso dell’universo. Di qui l’importanza di educare i ragazzi a comprendere la parola poetica per poterne apprezzare la bellezza. Da questo punto di vista la scuola svolge un ruolo cruciale”. L’editore Silvio Sallicandro pone l’accento sulla scelta della casa editrice di puntare sulla poesia attraverso due raccolte “La poesia consente di mettere in primo piano la parola. Lo sguardo di Cinzia è uno sguardo quasi pascoliano, che lascia emergere il fanciullino che è in noi. Delta 3 porta avanti il suo impegno da 30 anni, abbiamo sempre puntato su prodotti di qualità e sul ruolo centrale della cultura per creare legami. Ma è chiaro che c’è bisogno di un percorso che riesca ad educare gli studenti”. Elena Tordela evidenzia l’autenticità della sua voce, che è sempre riconoscibile mentre Carlo Crescitelli parla di una vera cosmogonia poetica, di un libro che è un trattato di filosofia, consegnando un quadro dell’universo e delle sue leggi. Lo testimoniano versi come quelli del componimento che apre la raccolta “Si comincia a morire già da vivi/Si va piano alla deriva/lungo corridoi stretti/ quando non ci si oppone al disordine…./Un granello di fiato alla volta/partecipa il mondo dei vivi e quello dei morti”. Non c’è altra strada che immergersi nella natura, in un’armonia in cui non esistono confini ma tutto è parte del tutto: “Essere albero/per potermi allungare nella luce/Essere albero per guarirmi la vista/con biancori caldi/Nei miei rami il cielo diventerà un’oasi…”O ancora ” Diventerà erba vergine/che rinasce/sotto un cumulo di cielo terso”. Per ribadire come “Si può far finta di essere sasso/o filo d’erba/una foglia /o un suono dell’aria: diventiamo qualcos’altro da noi/Facciamoci uomini/come se fosse un regalo di Dio”.