E’ un animale da palcoscenico Serena Brancale, un’artista capace di essere credibile sempre, che si tratti di bossanova o ritmi di samba, sonorità partenopee o pugliesi, di classici della storia del Jazz o brani rap e pop. Lo dimostra più volte nel corso di un concerto che è una vera perla per la capacità dell’artista di coinvolgere il pubblico, di sorprenderlo con uno spettacolo mai uguale a sè stesso, suonando ora il piano, ora le percussioni, giocando con la voce a partire dai nomi degli spettatori. ballando con sensualità ed eleganza, insieme a un gruppo di ballerini straordinari, o ancora duettando con Fiat 131. E se all’inizio sono soprattutto i giovanissimi ad accorrere, poi basta guardarsi intorno per vedere famiglie, coppie, persone di tutte le età.
Quando, passate le 22, Serena sale sul palco, dopo l’esibizione del giovane Klem, la piazza è piena e dal palco il colpo d’occhio di Corso Vittorio Emanuele è bellissimo. Appare sul palco come una Vergine-sacerdotessa in una singolare processione, accompagnata da un velo, intona la Zia in dialetto pugliese e la piazza si infiamma, confessa di aver scelto quei pantaloncini biancoverdi per rendere omaggio all’Avellino calcio “Buonasera Avellino.. So che vi piacciono questi colori”, di aver dedicato ad un vicino che non sopportava la sua musica un brano come “chili di merda”. Gioca con i luoghi comuni, ironica ma sempre coinvolgente ed energica, ricorda con “Io so pazzo”, interpretata alla sua maniera, “Pino Daniele che mi ha insegnato ad essere completamente libera”, rende omaggio a un maestro come Quincy Jones, alla bravissima Alicia Keys “con cui ho avuto l’onore di duettare a Sanremo”, interpreta classici come “Andamento lento”, restituendo loro nuova vita, fino ai suoi brani amatissimi come “Baccalà”, “Stu cafè” e “Serenata”. Sa reinventarsi ogni volta sul palco, bellissima nell’abito rosso che le fascia il corpo e mette in evidenza il suo fisico esplosivo, porta nelle sue canzoni la tradizione pugliese, racconta Napoli fondendo ritmi brasiliani e arabi, o ancora trasforma il palco in un dj set con ritmi elettro-techno. E dimostra come persino una canzone come “Povero Gabbiano” di Gianni Celeste possa diventare un classico. Con lei la bravissima Nausica e Corinne alla voce, Marco Bottoni piano basso e voce Giulia Gentile violini e voce e l’irresistibile corpo di ballo di Jasmine Andriano Al termine dello spettacolo ti lascia addosso una voglia di ballare senza fine. Poi l’ovazione quando intona “Anema e core” e sono davvero tutti a cantare. Nè dimentica il bis con una versione più intima del suo brano più popolare. Per lei che dà prova di essere un’artista completa, applausi a scena aperta.
A sottolineare la propria soddisfazione il sindaco Laura Nargi che sottolinea la grande partecipazione del pubblico e chiarisce “Sono fondi destinati a cultura e spettacoli ma non ci fermiamo qui. Da mercoledì prenderanno il via i lavori relativi alle strade”. E ribadisce “E’ stata una meravigliosa notte di musica quella con Serena Brancale in piazza della Libertà Sotto il cielo di giugno, il suo Anema e Core tour ha fatto vibrare il pubblico di Avellino per una bellissima anteprima d’estate. Quando la musica in piazza riesce a coinvolgere così tante persone la magia è assicurata Iniziative di questo tipo sono lo spot migliore che si possa immaginare per la nostra città e serate come queste infondono nuova energia e nuova speranza per “la bella stagione” avellinese. Bene anche il servizio d’ordine, una vera serata di festa e buona musica in una città che continua ad essere smarrita ma ha bisogno anche di momenti come questo per ritrovarsi.