«Ancora una volta si considera la Valle del Sabato come un’area di esclusiva pertinenza industriale da sfruttare».
Le sollecitazioni sono partite da residenti tra contrada Santorelli, Avellino, e Pozzo del Sale, Grottolella. Si tratta di lavori di movimento terra sulla sponda destra del Rio Noce, piccolo affluente del fiume Sabato, lungo la provinciale 221. A sollevare il caso, facendo proprie queste indicazioni dei cittadini, il presidente dell’associazione “Salviamo la Valle del Sabato”, Franco Mazza, che ha acquisito la documentazione e verificato che è in corso un cantiere per la realizzazione di un capannone industriale per la selezione di pietre e granulati, autorizzazione rilasciata dal commissario straordinario di governo della Zes Campania.
Il presidente Mazza esprime però il suo disappunto per l’iter procedurale che avrebbe portato all’autorizzazione: dopo un primo esito negativo della Conferenza dei servizi, ne è seguita un’altra, «e senza attendere i pareri dovuti (Arpac, Ente idrico campano, Soprintendenza, Comune di Avellino, Regione Campania), è stato dato esito positivo per silenzio assenso», fa sapere il dottore Mazza, che si chiede:«Si può approvare un progetto che prevede il disboscamento di una vasta area, che è assoggettata a vincolo paesaggistico, un progetto che prevede la costruzione di un capannone con altezze di venti metri? Si può prevedere un’attività che comporta emanazioni significative di polveri in atmosfera ed emissioni rumorose con indiscusso impatto ambientale senza acquisire pareri fondamentali dagli organi preposti, affidandosi ad un semplice silenzio assenso?
Il presidente dell’associazione aggiunge che il Comune di Avellino ha perso il ricorso presentato al Tar proprio perché «colpevolmente assente alla Conferenza dei servizi del tre aprile 2023 e ha poi rinunciato a ricorrere al Consiglio di Stato. Così, piano piano, nel silenzio assoluto, avvengono cose che nel più totale disprezzo delle più elementari norme di salvaguardia creano anche ingiustizia e legittimo risentimento in chi quelle norme ha dovuto invece rispettarle per acquisire doverosamente i prescritti pareri tecnici».
Per Mazza questo è l’ultimo esempio in ordine di tempo di come la Valle del Sabato venga presa di mira per lo sfruttamento del territorio, ad uso industriale, senza considerare tutte le specificità agricole e ambientali: «Salviamo la Valle del Sabato – promette Mazza-è al fianco della popolazione e metterà in atto iniziative per contrastare ogni attività che possa aggravare la già pesante pressione ambientale del territorio, facendo ricorso agli strumenti che la legge ci mette a disposizione».