Il Comitato”Uniamoci per l’acqua” invita i sindaci del”no”agli aumenti delle tariffe dell’Alto Calore ad incontrarli”il prima possibile”. I primi cittadini Vignola, Musto, Spagnolo e Spera, hanno praticamente espresso”posizioni che noi portiamo avanti da tempo – scrive il comitato sorto a Grottaminarda -“. In alcune interviste rilasciate, ad esempio Gaetano Musto e Marcantonio Spera”hanno raccontato un quadro che conferma quello che denunciamo da tempo”. La voce dei sindaci, pochi, che hanno difeso tutta la comunità irpina, ha avuto una eco davvero forte. ” Mentre l’Irpinia vive la peggior crisi idrica della sua storia, il Consiglio di Distretto EIC ha approvato (in seconda convocazione, con appena 12 voti favorevoli su 25 membri) un aumento tariffario senza precedenti: +20% in due anni, con ulteriori rincari già programmati per il 2027 e il 2028″. E secondo”Uniamoci per l’acqua”, sarebbero in atto tentativi di screditamento di quei quattro sindaci.
“C’è già chi prova a far passare i sindaci che hanno votato contro come “quelli che vogliono affossare Alto Calore”. È una narrazione comoda, ma falsa”. Non è così perché”Alto Calore è già stato affossato da anni di poltronifici, clientelismo, sprechi, inefficienza e mala gestione. Colpe che ricadono su una lunga catena di partiti, sindaci, amministratori e persino sindacati”. E tutti poi a scapito dei cittadini”ai quali oggi si chiede di ripianare quel buco scavato da decenni di cattiva politica, e di farlo senza alcuna garanzia di un vero cambiamento. È inaccettabile”. E continua:”Oreste Montano lo ha detto chiaramente: ogni anno 250/300 milioni di metri cubi d’acqua nascono in Irpinia e dissetano Napoli, Salerno e la Puglia. Ma al nostro gestore non arriva neppure un centesimo di perequazione tariffaria, indennizzo ambientale o contributo di solidarietà”. Il Comitato aggiunge che”la politica regionale e nazionale non ha mai aperto questo tema, temendo “barricate” nelle grandi città, mentre le barricate reali le facciamo noi… davanti alle nostre sorgenti prosciugate”. È una”emergenza strutturale”, come”Uniamoci per l’acqua” sta ripetendo ormai da un anno. Una emergenza”che non si risolve spremendo le famiglie ma pretendendo che Governo, Regione e anche Europa riconoscano e finanzino il rifacimento totale delle reti colabrodo”. E si appella alla politica.”Il Parlamento, con una mozione votata all’unanimità a firma di Rotondi, Mollicone, Toni Ricciardi, Lomuti, e l’interpellanza dell’onorevole Toni Ricciardi indicano già la strada: fondi straordinari, come per il Mose o il Ponte sullo Stretto. Serve solo la volontà politica di imboccarla davvero”.
“Sediamoci allo stesso tavolo – dice il comitatorivolto aiquattro sindaci del no -, definiamo insieme un’azione comune e portiamo finalmente, uniti, la voce dell’Irpinia dove conta davvero”.



