E’ nel suo appello alla necessità di ritornare al sacro e alla creatività contro la barbarie la forza dell’attualità di Giambattista Vico. A sottolinearlo il filosofo Marcello Veneziani, ospite dell’incontro, organizzato dall’Associazione politico-culturale ‘Orizzonti Popolari, tenutosi presso il Palazzo Forte (Museo Civico e della Ceramica) del comune irpino. Al centro del convegno, la presentazione del libro ‘Vico dei miracoli’, ultimo lavoro dello scrittore pugliese, edito da Rizzoli e giunto alla terza ristampa, a pochi mesi dal suo lancio. Veneziani incorona Vico come il più grandi dei pensatori italiani, raccontando il filosofo, l’uomo e la sua Napoli. “Centrale nella sua analisi – spiega Veneziani – la città partenopea, tutto ciò che ha pensato lo ha teorizzato nella sua Napoli. Non si può concepire il suo pensiero senza la sua napoletanità, senza il legame con le radici. Decisivo il suo contributo alla questione meridionale, c’è una continuità tra il pensiero antico e quello di Croce e dei fratelli Spaventa legato al Meridione”. Un filosofo capace di fondere antiche radici e frutti novissimi della civiltà europea: il senso della storia ciclico del mondo classico e la teologia cattolicainsieme con gli “ultimi gridi” della filosofia del suo secolo, che si affacciava ai Lumi, con “il Leibnizio e ‘l Newtone”. Quasi a voler anticipare le inquietudini dei nostri secoli.
A discuterne con l’autore il presidente di Orizzonti Popolari, Sergio De Piano, docente di storia della filosofia e studioso di Giovambattista Vico, ed Ettore Zecchino, fondatore dell’associazione politico-culturale irpina.
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