Ci voleva il Bilancio di Previsione 2025/2027 per gettare ancora più nel caos il martoriato Comune di Avellino. Non bastavano le già pesanti Spade di Damocle dell’inchiesta Dolce Vita, del continuo tira e molla interno tra la sindaca Laura Nargi e l’ex sindaco Gianluca Festa, e dello stallo delle Partecipate (Piano di Zona Sociale A4 senza presidente e Azienda Città Servizi in attesa da anni di una ricapitalizzazione da 400mila euro): è ora bastato un parere piuttosto “critico” dei revisori dei conti sul Bilancio di Previsione per far sollevare un ulteriore polverone. Le opposizioni gridano al disastro (e al dissesto), mentre l’assessore al Bilancio Alessandro Scaletti si è dovuto fare in quattro per fare il il giro di tutte le Commissioni consiliari convocate oggi a un paio d’ore l’una dall’altra, per rassicurare sulla complessiva tenuta dell’Ente e soprattutto per rassicurare tutti i consiglieri di maggioranza a votare senza preoccupazione, giovedì prossimo in Assise, il documento contabile. Commissioni consiliari che, tra l’altro, sono un’altra ferita aperta e sanguinante, con la modifica al regolamento chiesta dalla maggioranza attualmente al vaglio del Ministero dell’Interno.
L’ALLARME DI GIORDANO: QUEL BILANCIO DEVE TORNARE IN GIUNTA PER SCONGIURARE IL DISSESTO
“E’ un Bilancio che non è in equilibrio e che porta l’Ente al dissesto. I revisori hanno chiesto all’Amministrazione di apportare degli emendamenti a copertura di una spesa corrente che vede l’unica entrata nella vendita dei beni. Esistono delle condizioni pregresse che attengono alla irresponsabilità di chi ha gestito questa Amministrazione, un disavanzo di un milione e mezzo non coperto per l’anno 2024, debiti fuori bilancio per 4,7 milioni…. quindi una condizione molto pericolosa, anche perché tra tre mesi il Comune di Avellino avrà un audit con la Corte dei Conti e dovrà spiegare numeri che non restituiscono il quadro preciso della condizione di salute di questo Ente. Anche le rassicurazioni dell’assessore Scaletti non ci convincono. Questo Bilancio deve tornare in giunta per ricevere i giusti correttivi. La narrazione che c’è stata in questi anni, quella di un ex sindaco che diceva che eravamo usciti fuori dal dissesto e di un assessore che cantava le lodi dell’Amministrazione, è stata sbugiardata da questi numeri evidenziati dai revisori. Scontiamo la spesa folle e dissennata di chi immaginava di garantire una propria visibilità ai danni delle casse del Comune. E questa Amministrazione Nargi non è riuscita a mettere in campo i giusti correttivi”.
LE RASSICURAZIONI DELL’ASSESSORE SCALETTI: SI POTRA’ SERENAMENTE APPROVARE IN CONSIGLIO
“Il Bilancio di Previsione è un momento importante. E ha bisogno di una genesi, che è quella fatta dagli assessori e dagli uffici. Noi abbiamo cristallizzato una nostra ipotesi di Bilancio il 17 marzo scorso e su quello hanno lavorato i revisori che si sono poi espressi il 3 aprile. E’ però innegabile che la situazione di un Comune sia continuamente in divenire, e in ogni caso il parere dei revisori non ha un valore dicotomico, o ‘sì’ o ‘no’, ma fornisce una serie di osservazioni. Per esempio sulla Tari i revisori dicono che c’è discrasia nei numeri, e non poteva che essere così perché noi entro il 30 aprile approveremo un nuovo piano tariffario, che vedrà un’ipotesi di entrata di 13 milioni e 650mila euro, mentre in quella previsione del 17 marzo avevamo indicato 13 milioni e 100mila euro, con uno squilibrio in positivo di 500mila euro. Una seconda osservazione riguarda i canoni degli alloggi Erp: qui la nostra società concessionaria, Assoservizi, ci rappresenta entrate per 2,3 milioni di euro: noi, con spirito prudenziale abbiamo accantonato circa 715mila euro, e quindi anche qui abbiamo previsto una riduzione. Sui debiti fuori bilancio si tratta di sentenze passate in giudicato per vecchi contenziosi, che in alcuni casi risalgono alla notte dei tempi: qui i revisori indicano 6 milioni di euro; ma su questo è al lavoro, tuttora, l’assessore al Patrimonio Mario Spiniello, per ottenere un forte risparmio, e sulla base del suo lavoro abbiamo appostato in Bilancio 4,7 milioni di euro, al netto degli anni transattivi. 4,7 milioni da spalmare in tre anni. E abbiamo ancora tempo fino al 17 aprile per snellire ulteriormente e ripianare questi debiti legati alle sentenze. In sintesi: il Bilancio è un documento in costruzione, ha una prima fase che è quella dello schema di Bilancio che noi abbiamo cristallizzato al 17 marzo scorso, ma da quel momento in poi abbiamo continuato a lavorare tutti i giorni. Mi sento di dire che arriveremo il 17 aprile prossimo in consiglio comunale con uno schema di Bilancio di Previsione che tutti potranno serenamente approvare”.
Ci saranno le sue dimissioni dopo questa auspicata approvazione del Bilancio di Previsione?
“La mia disponibilità alla sindaca su questo punto è totale. Francamente questo è il primo bilancio dell’Amministrazione Nargi e mi sento di dire che c’è ancora tanto da fare”.
L’ASTENSIONE DEL PATTO CIVICO
Prassi vuole che un gruppo consiliare o comunque un consigliere comunale che vota contro il Bilancio venga automaticamente considerato come “di opposizione”. Ma regolamenti alla mano, l’unica ufficialità in questo senso arriva solo dal voto sulle linee programmatiche: e alla linee della sindaca Nargi i quattro consiglieri del Patto Civico Rino Genovese, Sergio Trezza, Giuseppe Giacobbe e Gerardo Melillo, hanno votato a favore. L’unico altro atto che potrebbe ufficializzare un passaggio in minoranza sarebbe una dichiarazione pubblica in questo senso. Da qui la situazione di incertezza che avvolge la collocazione di questi quattro consiglieri, che pur essendo ufficialmente di maggioranza si comportano (e soprattutto vengono trattati dai tre gruppi della coalizione Nargi-Festa) da minoranza. Lecita quindi una certa dose di curiosità su come voteranno il 17 aprile prossimo sul Bilancio di Previsione: una indicazione in questo senso l’hanno data oggi nelle varie commissioni consiliari che si sono riunite per dare un parere (non vincolante) proprio sul Dup, il Dcumento unico di Programmazione legato al Bilancio di Previsione. Tranne Genovese, che si è espresso in maniera contraria, gli altri tre si sono di volta in volta astenuti: si può azzardare che sarà un modus operandi che replicheranno anche nel consiglio comunale del 17 aprile.
LE DIFFICOLTA’ DEGLI UFFICI
Nel corso delle varie Commissioni che si sono riunite oggi a Palazzo di Città per discutere del Documento Unico di Programmazione è stata illuminante la testimonianza tecnica portata ai vari tavoli dai funzionari dei vari uffici tecnici e contabili che hanno partecipato alla redazione del Dup. Ne è emerso un quadro abbastanza problematico: tutti gli uffici, anche quelli contabili, sono sotto organico e un documento contabile così importante come il Dup andrebbe redatto già con ampio anticipo, nel mese di luglio, per poi arrivare alla primavera, con la sola necessità di adeguarlo. Invece il Dup arrivato oggi al vaglio delle Commissioni è stato redatto ex novo, quindi in fretta e furia e senza le necessarie interlocuzioni tra tutti i settori del Comune. E soprattutto dal punto di vista tecnico, e quindi scevro da speculazioni politiche, appare chiaro che la condizione delle casse comunali di Avellino è talmente fragile che per ripianare i conti bisognerebbe azzerare tutte le spese non strettamente necessarie (vedi feste, festini, artisti e maxi eventi): ma quale elettore darebbe il proprio voto a chi promette lacrime e sangue?