“Ho la fortuna di poter consegnare la mia testimonianza a differenza di molte altre donne. E mi auguro che molte altre possano farlo come lo sto facendo oggi io. “Così. Lina, nome di fantasia della donna vittima di violenza, ha portato la sua testimonianza ai ragazzi e alle ragazze dell’ITE “Amabile” di Avellino, in occasione dell’incontro “Io, vittima! Come uscire dalla rete”, che l’hanno accolta con cartelloni e mani dipinte di rosso, per dire “Basta alla violenza sulle donne”.
Lina, oggi coniugata felicemente, ha avuto il coraggio di denunciare il suo aggressore nel 2009 e per due anni ha affrontato una dura battaglia con l’aiuto dei familiari, degli amici, del suo legale, delle istituzioni, delle forze dell’ordine. La sua testimonianza racconta di un percorso, quello che parte dalla denuncia, non facile, ma che non ha dovuto affrontare da sola.”Al di là di leggi e pene severe che stanno funzionando, quello che deve cambiare è la mentalità delle persone. Dobbiamo insegnare ai ragazzi che l’amore non va vissuto come possesso e violenza, l’amore è tutt’altro. Oggi esistono- afferma Lina – misure di ammonimento sicuramente più rigide, che tengono la persona sotto controllo. Dopo la denuncia ho avuto paura, tanto da evitare di trovarmi sempre sola, lavorando sempre in compagnia di colleghi e familiari. Ho potuto contare sul sostegno di conoscenti e familiari, dei Carabinieri che sostavano sotto casa e questo mi ha aiutato molto. Le istituzioni sono state presenti sin dall’inizio e non mi hanno fatto mancare il loro supporto. Per me hanno fatto tanto. Ho dovuto, però, affrontare i pregiudizi e le critiche di alcune persone, anche perchè all’epoca la tematica della violenza di genere non veniva affrontata come oggi. Quando si parla di violenza, qualsiasi essa sia, non è mai semplice. Alle donne dico di non avere paura, di andare oltre i pregiudizi e le critiche, di denunciare e di farlo col sostegno dei familiari e, se non ci fosse, anche da sole perchè le istituzioni oggi possono fare tanto”.
L’incontro di questa mattina ha voluto porre l’accento anche sull’importanza dell’educazione all’affettività, come ha spiegato la Professoressa Antonella Pappalardo, dirigente scolastica dell’Ite “Amabile”: “Da anni cerchiamo di lavorare su queste iniziative di sensibilizzazione. Quest’anno abbiamo dato un taglio diverso, a partire dalla testimonianza di una vittima uscita dalla rete della violenza. Abbiamo posto l’accento sull’importanza dell’educazione all’affettività che noi già facciamo a scuola, facendo impattare i ragazzi e le ragazze che hanno delle problematiche con psicologi e legali”.
“Il minuto di silenzio – ha aggiunto Pappalardo – è residuale rispetto ai fiumi di parole che si dovrebbero spendere sulla problematica. Per questo il 29 novembre dedicheremo un’intera giornata alla Violenza di Genere con ulteriori riflessioni per gli studenti. I nostri ragazzi sono abituati all’amore liquido, alle connessioni rapide, con un click cancellano la vita online e questo si ripercuote anche sulla vita offline. Sono spesso incapaci di gestire le proprie emozioni. Per questo la scuola deve lanciare un messaggio forte ai ragazzi”