Buone notizie per l’Antica Dogana di Avellino: per sabato 11 gennaio è previsto l’arrivo di un “trasporto eccezionale”, un tir che porterà nel cantiere due imponenti colonne lignee. Un segnale di speranza per chi attende da anni che si completi la ristrutturazione e la riqualificazione dello storico edificio (destinato a diventare “Centro polifunzionale per i giovani”). Questo nuovo step dei lavori comporterà, per almeno un paio di ore, lo stop al traffico lungo piazza Amendola: il comando di polizia municipale ha già predisposto un’ordinanza ad hoc, firmata dal comandante Domenico Sullo, che dispone il divieto di circolazione e di sosta in piazza Amendola “dalle 7 e fino alla fine dell’intervento”.
L’ULTIMA PROROGA DEI LAVORI: FINE CANTIERE NEL LUGLIO 2025
Stiamo parlando di uno dei cantieri storici della città di Avellino. Se ne discute da anni, con picchi di polemica degenerati anche in querele e condanne per diffamazione, con dibattiti all’ultimo sangue tra chi proponeva l’affidamento del progetto ad un’archistar di livello internazionale e chi si opponeva con determinazione. Un tira e molla consumato ai danni della concretezza e dei tempi di realizzazione. L’ultimo slittamento dei lavori c’è stato l’estate scorsa, quando gli operai si sono imbattuti in una tubazione di amianto e soprattutto si sono resi conto delle precarie condizioni delle antiche mura. La nuova data per l’ultimazione dei lavori è stata quindi spostata al luglio 2025.
LA VARIANTE IN CORSO D’OPERA
La data della (presunta) fine dei lavori si estrapola anche da una recente determina dirigenziale che proroga il divieto di sosta lungo la stradina interna del centro storico che passa sul lato destro del cantiere: per consentire agli operai di poter fare il proprio lavoro viene prorogato il divieto di sosta “fino al 12 luglio 2025”. Nel novembre scorso è stata protocollata poi una variante in corso d’opera per il costo dei lavori, che lievita di 250mila euro. Una variante in corso d’opera motivata proprio da quelle “emergenze” di fronte alle quali si sono trovati qualche mese fa gli operai. Un intoppo non prevedibile: “Solo durante l’esecuzione dei lavori – si legge in una nota del direttore dei lavori risalente al 9 maggio scorso – è stato possibile approfondire ulteriormente il livello di conoscenza del manufatto e del perimetro murario, mediante le risultanze visive di dettaglio possibili in seguito alla spicconatura dell’intonaco, nonché mediante un piano di saggi integrativi… In seguito agli approfondimenti condotti è emerso un diffuso degrado delle murature, aggravato dal rinvenimento di una tubazione in amianto, con conseguente necessità di incrementare le lavorazioni di consolidamento e delle opere provvisionali”. Da qui una prima sospensione del cantiere e poi la ripresa nel luglio scorso, consentita “per tutte le attività non oggetto di modifiche e nelle more dell’approvazione della perizia di variante”. Questa variante è stata comunicata alla Soprintendenza il 6 novembre scorso.
IL COSTO LIEVITA DI 250MILA EURO
Da qui il ricalcolo dei tempi di consegna del cantiere: “La variante proposta, in considerazione dell’implementazione di alcune opere, prevede il differimento di 180 giorni del tempo utile di ultimazione (contrattualmente e inizialmente fissato in 360 giorni), portandolo così ad un totale complessivo di 540 giorni”. Ed ecco la parte relativa ai soldi: il nuovo importo dei lavori, a seguito di questa prima perizia di variante, ammonta ad un totale di 3 milioni di euro, “con un incremento dell’importo contrattuale” di 246.048,33 euro, equivalente a circa l’8,65%.