“La memoria è carne viva, in continua evoluzione ma è anche responsabilità collettiva”. Lo sottolinea Davide Perrotta, alla guida di Libera Avellino, nell’introdurre, nella sala blu del Carcere Borbonico, il premio intitolato a Pasquale Campanello promosso in collaborazione con il presidio di Pratola. Spiega come il racconto di figure come quella di Pasquale Campanello rappresenti l’essenza di un’associazione come Libera. “La sua – prosegue Davide – è una storia di bellezza, malgrado la sua tragicità ed è importante condividerla”. Sottolinea la forte presenza della criminalità in Irpinia, che ha segnato il passato e il presente del territorio, di qui la necessità di mantenere alta la guardia. “E’ una storia – spiega Perrotta nel corso dell’incontro moderato dalla giornalista Maria Fioretti – che consegniamo agli studenti delle scuole, dalle speculazioni sui fondi del terremoto al nuovo Clan Partenio”. E ribadisce, a proposito delle immagini degli studenti inneggianti al fascismo “Gli slogan pubblicati non rappresentano gli studenti delle scuole dove abbiamo promosso tanti incontri e laboratori ma diventa fondamentale far sentire la propria voce, promuovere un percorso culturale, alla vigilia degli 80 anni della Liberazione, su cosa significhi l’antifascismo. Sono storture da combattere mentre noi abbiamo voglia di continuare a raccontare storie di bellezza come il podcast sul tema della libertà realizzato dagli studenti del Colletta”. E rilancia sulla necessità di diffondere la cultura dell’antifascismo e della resistenza.
Una condanna netta, quella degli episodi relativi alle foto pubblicate dagli studenti, condivisa dalla professoressa Manuela Muscetta, referente provinciale docenti Libera Avellino “I docenti del coordinamento provinciale di Libera esprimono viva indignazione per la pubblicazione da parte di alcuni studenti di immagini inappropriate, in particolare nel momento in cui il lavoro sull’antimafia sta prendendo corpo nelle scuole, che devono continuare a svolgere un ruolo educativo. Pur essendo un fenomeno isolato, si tratta di episodi che denotano ignoranza della fenomeno mafioso e sono certamente pericolosi. Ma è chiaro che si tratta di una questione che non riguarda solo le scuole ma tutta la società’.
E’ quindi Antonietta Oliva, vedova di Pasquale Campanello, a ringraziare Libera per “avermi offerto la possibilità di ricordarlo” ma non nasconde l’amarezza “Dopo 32 anni non c’è ancora giustizia ma è importante mantenere vivo il suo ricordo. In questi anni sono stati proprio i ragazzi di Libera a infondermi il coraggio di raccontare il dolore straziante della perdita di mio marito. L’ho raccontato nelle scuole nella convinzione che possa servire a costruire un presente migliore ed evitare che accadano nuove tragedie come questa. So bene come il silenzio, l’oblio e l’indifferenza sono tutti regali che le mafie non gradirebbero. Di qui l’importanza di non restare in silenzio, soprattutto in un momento come questo in cui dobbiamo essere più determinati”. Ribadisce come il premio Campanello “ci ha offerto, come dice don Ciotti, la possibilità di distinguere per non confondere, a partire da coloro che continuano a fare il proprio dovere, ogni giorno, a spendersi per il bene comune”.
E’ Nicola Margarita a ritirare il premio per Terra Felix, cooperativa di Succivo, impegnata nella gestione dei beni confiscati a Francesco Schiavone, più volte finita sotto attacco da parte della criminalità. Un premio alla capacità di non arrendersi e di portare avanti la battaglia “Il nostro è un progetto che abbraccia le carceri e i soggetti con fragilità, senza dimenticare i bambini, convinti che la rigenerazione debba partire dai piccoli, dal contrasto alla criminalità organizzata”. Un riconoscimento che si affianca a quello a Laura Marmorale per Mediterranea “per l’impegno nella promozione dei diritti umani, per aver difeso il diritto a migrare, costruendo una rete sociale basata sulla solidarietà”. Laura spiega come “Si tratta di una sfida nata nel 2018 da un sentimento di indignazione per le centinaia di vite perdute di fronte all’indifferenza di tanti. I migranti sono diventati oggi un capro espiatorio di ogni emergenza o problema. Ma si dimentica che la sottrazione dei diritti per uno è la sottrazione per tutti. Poichè l’accoglienza non è legata al numero dei posti letto ma alla capacità di riconoscersi come esseri umani, una capacità che stiamo perdento”. Una cerimonia conclusa dalla premiazione del procuratore Domenico Airoma per il suo impegno nella lotta alla criminalità organizzata e nel percorso di sensibilizzazione nelle scuole, consapevole che è il consenso sociale la radice culturale della criminalità.
A chiudere l’incontro Gigi Cannavacciuolo, vicepresidente regionale di Libera che spiega come “proprio la storia di Pasquale Campanello ha rappresentato una svolta nella lotta alle mafie. Per la prima volta era possibile offrire alle vittime innocenti della criminalità una forma di riscatto, una memoria che non fosse intaccata dalla calunnia. Una memoria non sempre accompagnata da verità e giustizia”. E ribadisce il pericolo rappresentato da chi vuole riscrivere la storia “non è il tempo della smobilitazione nella lotta alle mafie soprattutto quando si va a colpire l’architettura costituzionale proprio come testimonia il tentativo di fare della magistratura strumento al servizio del potere”. E spiega come “oltre duecento anni di cultura mafiosa hanno permeato il tessuto sociale, economico e politico. Combattere la mafia significa difendere il diritto alla vita”