Parte dalla simbologia dell’olio, legato alla lampada votiva di San Guglielmo, così centrale nella cultura mediterranea, balsamo delle ferite e richiamo alla luce dello Spirito Santo, Ignasi M. Fossas i Colet, Abate Presidente della Congregazione Benedettina Sublacense Cassinese, proveniente dall’Abbazia di Monserrat in Spagna e A. E lui a officiare, al santuario di Montevergine, la celebrazione dedicata a San Guglielmo. “Un balsamo – spiega Fossas I Colet – che richiama l’immagine del patrono d’Irpinia come modello di santità e l’amore della Vergine, prima cristiana, che offre suo figlio, balsamo dell’umanità ed è colei che ispira e sostiene la vita monastica. San Guglielmo parla all’uomo di oggi, gli si mostra come esempio da seguire. Essere santi significa cercare Dio sopra ogni cosa. Una ricerca che si affianca a quella dei valori di fedeltà, verità e giustizia”. Ricorda il ruolo centrale dei monaci benedettini che fanno della loro vita lampada votiva, capaci di accompagnare i fedeli con la luce delle fede. E sottolinea come il monastero da cui proviene, l’Abbazia di Monserrat, in Catalogna, abbarbicato sul fianco di una montagna, abbia tanto in comune con Montevergine, senza dimenticare il lavoro necessario per il dialogo e la pace.
L’Abate di Montevergine Riccardo Guariglia ribadisce come la festa di San Guglielmo è “come una festa di famiglia, la nostra famiglia, quella benedettina. Preghiamo San Guglielmo perchè l’Irpinia possa ritrovare la sua unità spirituale, culturale e politica e si possa giungere finalmente alla pace sul nostro territorio e in un mondo sempre più dilaniato da rancore e conflitti. Vedere qui tanti sindaci ci invita a una riflessione seria, a dare valore alle cose belle che abbiamo”. E ricorda come “Tocca a noi adulti cercare di non far fuggire i giovani della nostra terra”. E’ quindi il sindaco Luigi Marciano, in rappresentanza della comunità di Ospedaletto d’Alpinolo, a donare al santuario l’olio che alimenta la lampada che arde davanti all’urna del santo eremita.
L’Abate Guariglia ricorda come la storia di Ospedaletto è strettamente legata alla presenza monastica sul territorio. “Si deve infatti ai monaci di Montevergine, nel XII secolo, la presenza di un casale e la costruzione di un ospedale detto “di San Tommaso”, divenuto in seguito “Casale dell’Ospedale di Montevergine”, struttura nata per accogliere i pellegrini provenienti da lontano prima dell’ascesa al santuario. Da tale struttura ha origine la denominazione del comune irpino”. A partecipare alla cerimonia le massime autorità civili, il prefetto Rossana Riflesso, il presidente della Provincia Rizieri Buonopane, il procuratore Domenico Airoma, i rappresentanti delle forze dell’ordine, la dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale Fiorella Pagliuca, il deputato Michele Gubitosa, il senatore Enzo De Luca, l’ex sottosegretario Carlo Sibilia, i sindaci di Mercogliano Vittorio D’Alessio e di Ospedaletto Luigi Marciano e i primi cittadini di numerosi comuni del territorio. Presente anche una delegazione del Cammino di Guglielmo. Una celebrazione, quella di Fossas i Colet, dedicata a San Guglielmo proseguita nel pomeriggio all’Abbazia del Goleto, anch’essa fondata dal patrono d’Irpinia.