ArcelorMittal, ci siamo: l’accordo per il passaggio di consegne con Idroambiente sembra davvero ad un passo. Il segretario della Fiom Cgil Giuseppe Morsa sceglie la strada della prudenza, ma dalle sue parole, così come dagli occhi dei lavoratori, filtra ottimismo e speranza. “Non c’è ancora un accordo, siamo sempre nella fase in cui c’è una proposta di acquisto non vincolante. Ma sono stati compiuti passi avanti significativi, che ci lasciano ben sperare per una rapida conclusione delle operazioni. Intanto – continua – il prossimo 7 ottobre, potremo finalmente vedere il piano industriale e, soprattutto, conoscere il nuovo imprenditore. L’8 ottobre, poi, l’azienda incontrerà di lavoratori”.
Specializzata nel settore edile, nei lavori di ingegneria civile, nella manutenzione, conduzione, presidio e regolazione di complessi acquedottistici e centrali di sollevamento per acque potabili nonché nell’installazione e manutenzione di impianti elettrici e idrosanitari, Idroambiente srl, con sede a San Salvatore Telesino in provincia di Benevento, lavora per le principali società di gestione idrica del territorio nazionale. Il core business del nuovo investitore renderà obbligatoria una riconversione totale dello stabilimento di Luogosano, specializzato nella produzione di preverniciato zincato di laminati piani d’acciaio e lavorazioni in acciaio. A gennaio 2026, una volta terminata la cassa integrazione, dovrebbe iniziare la formazione per i lavoratori: il primo pezzo della nuova produzione potrebbe arrivare sul mercato nell’autunno del prossimo anno. “Grazie all’impegno del sindacato, ma anche delle istituzioni, dei sindaci, dei consiglieri provinciali e regionali e del governo, si potrebbe scrivere – continua Morsa – un’importante storia di rinascita di uno stabilimento industriale che, fino a qualche mese fa, sembrava destinato alla chiusura Monitoreremo attentamente la situazione e continueremo ad andare avanti nella speranza di aprire al più presto una nuova fase”.
Sono giorni di grande di fibrillazione anche per i lavoratori, che vedono il traguardo sempre più vicino. A tutti i lavoratori sarà data un’opportunità: chi andrà via, perché ha raggiunto i requisiti per la pensione, riceverà un incentivo all’esodo, mentre i lavoratori che accetteranno la sfida della ricollocazione avranno l’opportunità di continuare a lavorare. Sono 45 i lavoratori che dovrebbero restare in azienda. “Sono stati mesi lunghi e difficili”, commenta Michele Izzo, Rsu della Fiom Cgil. “Non è stato per niente facile tenere in vita questa vertenza e lavorare, tutti insieme, per una soluzione alternativa alla chiusura. Se oggi siamo così vicini al traguardo, è perché ognuno ha fatto la propria parte fino in fondo, per la crescita e lo sviluppo di una provincia sofferente, che ha visto troppo spesso chiudere aziende e andare in fumo decine e decine di posti di lavoro. L’auspicio – conclude – è che stavolta si possa davvero scrivere una pagina di unaIdrIdroI storia diversa”.