Vincenzo De Luca conferma che Francesco De Sanctis è stato sempre una guida, “politica, culturale e anche spirituale”. Infatti gli ha intitolato anche una delle sale della Regione. Mentre il comune di Morra De Sanctis ha conferito al governatore la cittadinanza onoraria. “E’ una delle cose che mi lega all’Irpinia”, dice De Luca a margine dell’incontro organizzato dal consigliere regionale uscente, Maurizio Petracca, ricandidato con la lista pd. Sala gremita allo Spazio Arena, ad Avellino, per accogliere De Luca. Che inizia parlando delle priorità dell’amministrazione regionale che verrà: la prima è difendere l’idea di Regione policentrica: dopo decenni di Napolicentrismo, con noi tutti i territori della Regione, da Ariano ad Avellino, hanno avuto la stessa attenzione”.
De Luca ricorda il lavoro fatto in dieci anni per l’Irpinia: dalle infrastrutture per i trasporti, “abbiamo finanziato la Lioni-Grottaminarda”, alla sanità e tutto il resto: “L’ospedale Moscati è oggi una eccellenza, riferimento regionale, abbiamo recuperato l’ospedale di Solofra, difeso le autonomie scolastiche, abbiamo completato la stazione Air, la più moderna della Campania. Ora – dice De Luca – si tratta di proseguire il lavoro, votando i nostri candidati a cominciare da questo signore al mio fianco (Maurizio Petracca ndr), per avere un consiglio regionale coerente con il lavoro che abbiamo compiuto”.
E poi attacca: “Ho sentito qualche amministratore di Napoli che questa sarà la stagione del rinnovamento. Dorme in piedi: non si è accorto che il rinnovamento in Campania è cominciato dieci anni fa, quando abbiamo cacciato la camorra dagli ospedali, la politica politicante dalla sanità, quando abbiamo affrontato di petto il problema dei rifiuti e del trasporto pubblico, della scuola”. De Luca avrebbe insomma meritato il tris: “Non è stato possibile fare il terzo mandato perché la Meloni ha impugnato la legge della Campania, una norma uguale a quella del Piemonte, che però lì non è stata impugnata”.
Sul candidato del centrodestra, Edmondo Cirielli: “Ci hanno fatto un piacere…hanno candidato un…Non lo svegliate. Ho visto il suo manifesto che dice rialziamoci, a conferma che stava dormendo. Vuole che la regione diventi grande: quale era la Regione grande? Quella della sanità commissariata? Dei rifiuti fino al primo piano dei palazzi? Delle aziende di trasporto fallite? Questo è cabaret. Pensiamo a difendere davvero le aree interne”.
Anche il centrodestra dice di voler difendere le aree interne: “Bisognava farlo – risponde De Luca – quando noi eravamo a Roma a manifestare con 500 sindaci e 5mila persone davanti a Palazzo Chigi. Quando stavano bloccando i fondi di coesione. Quando il sindaco di Napoli d’intesa con il governo nazionale scippava alla Regione un miliardo e 200 milioni di euro per Bagnoli, soldi che andavano trovati invece nella disponibilità del ministero dell’Ambiente: quei soldi sono stati scippati ai comuni”.
De Luca assicura che continuerà a vigilare “da cittadino e da uno che ha buttato dieci anni di vita per amministrare questa regione, che non si governa con le cerimonie, con le pubbliche relazioni ma buttando il sangue, mutilandosi la vita. Starò a controllare, e non c’è bisogna di medaglie al petto per esercitare controllo e orientamento pubblico contro la politica politicamente”. A qualche esponente politico sannita dice: “Bisogna difendere la dignità della politica e non fare la politica delle clientele e delle balle”.
Secondo Petracca, De Luca è “il migliore amministratore, oltre che politico, che poteva esprimere questa regione. Una persona attenta, attentissima a tutte le questioni che gli sono state sottoposte. Con grande franchezza devo dire che c’è stato sempre tra noi un rapporto di grandissimo rispetto e si è creato un rapporto di amicizia. De Luca non è mai venuto meno rispetto alle istanze che sono arrivate dai territori, c’è stata sempre grande attenzione e credo che i risultati si siano visti rispetto al quinquennio precedente targato Caldoro che fu un vero disastroso”.



