“Qui con noi c’è Annamaria, (Oliviero sindaco di Torrioni ndr) uno di quei sindaci dei piccoli Comuni, di quei piccoli politici che però diventano simboli, perché sanno trasferire parole belle e sincere. Questo significa qualcosa di buono, qualcosa che mi segna sempre. Lo dico perché lei ha parlato del rapporto umano, e io credo che sia proprio questo ciò che conta maggiormente. La politica è lo specchio della vita: se hai capacità di relazione umana, hai anche capacità politica”.
Maurizio Petracca, consigliere uscente del Pd, chiude la sua campagna elettorale al De La Ville. La sala è gremita. Con Petracca ci sono sul palco il segretario del Pd irpino, Nello Pizza, che ha ricordato l’impegno di Petracca per il territorio e la sindaca Oliviero: “Maurizio guarda nel cuore dei paesi, negli occhi degli amministratori e delle persone che incontra” dice introducendo Petracca.
Al De la Ville ci sono molti amministratori di grandi e piccoli comuni, dal sindaco di Grottaminarda Marcantonio Spera a Carlo Grillo di Chianche, da Pasquale Pisano di San Martino Valle Caudina a Yuri Gioino di Lioni, per citarne alcuni, e c’è una fetta importante del Pd, da Enza Ambrosone a Gerardo Capodilupo, i vice segretari, Adriana Guerriero e Vittoria Circia, da Ettore Iacovacci a Modestino Verrengia, passando per Nicola Giordano e Vanni Chieffo e per finire a Umberto Del Basso De Caro.
“Questa campagna elettorale per me è stata durissima”, continua Petracca. “Lo dico anche con autoironia: forse sto invecchiando. Comunque non sono ancora riuscito a capire se questa fatica enorme sia un fatto positivo o negativo. In campagna elettorale ti chiamano da tutti i comuni d’Irpinia. Io davvero ho provato a percorrere tutto il territorio irpino, ma nonostante l’impegno non sono riuscito a girarli tutti, come fa invece il mio amico Antonio Decaro in Puglia (europarlamentare, candidato a governatore del centrosinistra, che in un video ha augurato buona fortuna a Petracca ndr), che sarà eletto con il 70 per cento dei consensi. Meno male che non è qui, altrimenti, essendo scaramantico, mi avrebbe mangiato”.
Petracca racconta la sua campagna elettorale: “La mia forza è l’affetto ricevuto. A volte mi chiedo se sia reale, perché non sempre si riesce a dare tutto quello che si riceve. Mi spiego: mi sposto da un comune all’altro e penso: ‘Qui devo dare di più’. Forse è proprio questo che mi ha contraddistinto in questi anni: penso che quando si riceva affetto, stima, vicinanza, sia giusto contraccambiare con tutto l’impegno possibile”.
E a proposito di impegno per il territorio: “Questa campagna elettorale è un disastro. Non ne ho mai vissuta una così senza contenuti. Non solo, qui la destra non ha candidato la propria classe dirigente: si ritrova invece una serie di fuoriusciti del centrosinistra. Mi chiedo come possano rappresentare qualcosa di solido.
Io sono abituato a guardare le cose in modo positivo. Ma seguendo, per quel poco che sono riuscito, la comunicazione di alcuni candidati sui social, ho visto una povertà politica impressionante. In questa provincia abbiamo perso il gusto della discussione su qualunque tema. Forse sono io che sono antico, forse non riesco più a capire la comunicazione di oggi. Ma se trasferiamo questo esempio ai nostri ragazzi non di certo faremo un buon lavoro per il futuro”.
Per Petracca la politica è ancora una cosa seria, come seri sono i problemi a cui deve dare risposte. “La politica deve creare le condizioni affinché i giovani restino nella loro terra. E per farlo dobbiamo avere senso di responsabilità, concretezza, coerenza”.
Ed questo che ha convinto Petracca a ricandidarsi: “Ho pensato al lavoro svolto, alla squadra che si era formata intorno a me, alle cose da fare. Ho capito che il percorso non poteva terminare adesso. Credo di essere riferimento e sintesi di una parte del territorio: rivestendo una carica a un livello istituzionale sovracomunale ho il dovere di raccogliere le istanze locali e trasferirle in Regione per trasformarle in atti concreti”.
Ed è questa la politica, secondo Petracca: “La politica non è una brutta parola”.
Parla del Pd: “Se una parte del partito, fortunatamente minoritaria, ci è ostile, per noi deve essere uno stimolo ulteriore a fare politica. Dopo queste elezioni regionali dobbiamo ricostruire il partito. Ricostruirlo senza tensioni, senza unanimismi di facciata, senza mediazioni al ribasso.
Ecco la politica, la politica che “è fatica, è lavoro, impegno, presenza reale sui territori”.


Così Petracca a margine dell’incontro: “Una chiusura commovente – dice – per l’affetto che ho raccolto in questi giorni. Un affetto che ritengo anche immeritato, perché è un affetto incredibile, coinvolgente, in ogni singolo territorio. Vedo che le persone mi vogliono bene, questo mi gratifica, ma ovviamente mi responsabilizza ancora di più. Sulle aree interne ho visto in questi 10 anni cambiare l’attenzione del governo regionale, un cambio di passo totale, già nella presenza costante del governatore De Luca sul territorio. E per tutto quello che è stato fatto nei vari ambiti, dalle infrastrutture all’agricoltura, dal sociale alla sanità. insomma, sarebbe lungo l’elenco…”.
“E’ ovvio che c’è ancora tantissimo da fare, soprattutto per i nostri ragazzi. Qui stasera ce ne sono tantissimi e tanti vanno per la prima volta a votare: dobbiamo fare in modo di tenerli qui con noi perché molti, moltissimi vanno fuori e non vengono più. Dobbiamo creare condizioni di lavoro affinché i ragazzi, i nostri figli, possono restare qui”.
I sondaggi fino ad oggi hanno dato il campolargo in vantaggio, ma il centrodestra ha risposto con proposte di condono e di aumento di 100 euro delle pensioni minime… “Credo che siano balle, fondamentalmente – dice Petracca -, perché l’aumento delle pensioni su su base regionale sarebbe un’autonomia differenziata anticipata. Questi sono argomenti del governo centrale. Ovviamente sono assolutamente favorevole affinché questo accada, ma raccontare queste cose in piena campagna elettorale sono balle e sono fantasie che non produrranno nulla. Il centrosinistra è in largo vantaggio e vincerà, stravincerà le elezioni. Anche in Irpinia, come sempre”.


